tratto da huffingtonpost.it

La Consulta resiste alle pretese della politica sulla Severino: c’è un giudice a Berlino

Pubblicato: 20/10/2015 19:26 CEST Aggiornato: 20/10/2015 19:28 CEST
LEGGE SEVERINO
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Per fortuna c’è sempre un giudice a Berlino. Resta purtroppo la ferita di lunghi mesi in cui il diritto e la Costituzione sono stati volutamente violati a Napoli e in Campania, consentendosi contro l’ordinamento un’abusiva occupazione dei vertici delle istituzioni. Anche le pietre sapevano quanto infondate e pretestuose fossero le cosiddette questioni di costituzionalità su un legge che tutti avevano approvato ma poi, quando toccava a loro, si rifiutavano di applicare.

Non ci sarebbe dovuto essere bisogno di arrivare in Corte costituzionale. Sarebbe dovuto spettare agli stessi giudici partenopei rappresentare il presidio di legalità sul territorio, ricordare che anche a Napoli e in Campania ci sono la Costituzione e i codici. Invece nell’indifferenza e nella corrività generale propri a loro, la peggior politica delle larghe intese ha chiesto (purtroppo ottenendola) la disapplicazione della legge, la sospensione dello stato di diritto.

E proprio a Napoli e in Campania dove invece vi sarebbe stato bisogno della sua solenne riaffermazione, con il richiamo al banale ma fondamentale principio che la “legge è uguale per tutti” e nessuno è “unto da signore”. Abbia pure preso il 100% dei voti. Invece è passata nell’oggettività degli eventi, l’idea che se Renzi e Berlusconi sono d’accordo allora la legge la si può pure violare e disapplicare tanto chi volete che protesti.

E così una norma apparentemente approvata da tutti per innalzare il livello di salvaguardia nelle istituzioni è stata clamorosamente violata proprio nel mezzogiorno dove ve ne era maggiormente bisogno. Addirittura il Partito democratico che l’aveva voluta e difesa, poi ha scelto per il vertice regionale campano un candidato che non poteva nemmeno entrare in contatto con le funzioni.

E mentre ogni giorno ci si lamenta dell’invadenza del giudiziario sul potere legislativo, questa volta si è violata la legge chiedendo e ottenendo il placet dei tribunali locali.

Abbiamo assistito anche alla disapplicazione della norma “inaudita altera parte” quando in tutta Italia la stessa era stata decine di volte pacificamente applicata.

Ora la Consulta inizia a rimettere le cose a posto resistendo alle pretese di una politica che non avendo forza e coraggio per fare marcia indietro su una legge applicativa di convenzioni internazionali anti corruzione, pretendeva che fossero i più alti giudici a darle la sponda. Sarebbe stata la fine di ogni autonomia dei presidi costituzionali di legalità. Un ordinamento sospeso non solo a Napoli ma anche nell’intero paese.

Per fortuna non è andata così. Per ora almeno, c’è ancora un giudice a Berlino.

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