21/05/2020 – L’aumento dell’indennità minima ai sindaci dei piccoli Comuni non aiuta consiglieri e assessori

L’aumento dell’indennità minima ai sindaci dei piccoli Comuni non aiuta consiglieri e assessori
di Marco Rossi e Patrizia Ruffini
L’incremento dell’indennità disposto per i sindaci dei Comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti da parte della manovra 2020 non produce effetto su assessori e consiglieri, anche se l’indennità di questi ultimi è quantificata in proporzione all’emolumento dei sindaci (Dm 119/2000). A stabilirlo è la Sezione Regionale di controllo della Corte dei conti per la Lombardia (deliberazione n. 67/2020), chiamata da un Comune a chiarire alcuni dubbi sul provvedimento di aumento dell’indennità dei sindaci dei municipi fino a 3mila abitanti, fino al limite dell’85% di quella spettante ai primi Cittadini dei comuni con popolazione fino a 5mila abitanti (Dl 124/2019).
Pur evidenziando un problema di coordinamento, la magistratura contabile sottolinea che la novità si applica solo ai sindaci dei Comuni fino a 3.000 abitanti, come emerge dai lavori preparatori del provvedimento, nei quali è indicato che «andrebbe dunque valutata l’opportunità di specificare se la disposizione in esame è destinata a riverberarsi anche sulla determinazione dell’indennità degli altri amministratori locali, alla luce di quanto previsto dall’articolo 82 del TUEL». Consequenzialmente, per i giudici contabili, deve escludersi la possibilità di una sorta di estensione tout court dell’incremento alle indennità degli altri amministratori, nonostante il meccanismo del Dm 119/2000.

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