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“… In questi giorni ha fatto scalpore la pensione di platino dell’ex avvocato del Comune di Perugia, al secolo Maria Cartasegna. Il nome non mi era nuovo, atteso che compariva effettivamente numerose volte come avvocato nelle cause davanti alla giustizia amministrativa e quindi riportato negli anni, specialmente nelle gloriose riviste Italedi. Gioca in favore della sua anteriore notorietò certamente quel quel cognome un po’ strano  che resta sicuramente a mente.

Lo scandalo è stato sollevato, come al solito, da uno dei dioscuri della moralizzazione nostrana: Gian Antonio Stella (http://www.corriere.it/cronache/15_gennaio_17/pensione-dell-avvocato-comunale-tre-volte-stipendio-merkel-068a1e56-9e1c-11e4-a48d-993a7d0f9d0e.shtml ), in un articolo comparso sul quotidiano più diffuso in Italia.

Dove starebbe lo scandalo? Ovviamente nella cifra abnorme che costituisce la pensione (651 mila € annui, che specie in questo periodo “di moria delle vacche” non sono bruscolini) del Sig. Cartasegna.

Gian Antonio Stella fa parte di quella parte della cultura italiana che fustiga il pubblico impiego costantemente… Invoca misure severe contro i fannulloni ma anche misure “premiali” per i capaci… E’ la famosa “meritocrazia”, che tanto piace al quotidiano di Via Solferino (che ha alimentato in maniera parossistica il profeta Abravanel ) ed a quasi tutto l’establishment… 

Con il Sig. Cartasegna, il Comune di Perugia, secondo formule che mi sono ignote e che mi suscitano qualche sospetto, stipulò un accordo per cui la sua retribuzione, oltre al trattamento base, prevedeva incentivi da calcolarsi in base al contenzioso trattato ed all’esito delle cause… A detta dell’interessato (ma le riviste giuridiche lo confermerebbero almeno ad una prima analisi a vista), egli avrebbe patrocinato il Comune di Perugia in un numero considerevole di causa (per altro egli era l’unico avvocato in servizio nel comune capoluogo di Regione) e (a suo dire) con risultati prevalentemente favorevoli al Comune.

Sono i famosi meccanismi “premiali” tanto strombazzati dalla pubblicistica dominante… e di cui la riforma Brunetta, tra le altre, si è fatta interprete almeno sulla carta. 

Il lavoro pubblico non si remunera in maniera generica ed astratta ma “a cottimo”… più produci; più meriti di essere compensato, secondo una logica “produttivistica” un po’ grossolana e non esente da numerose controindicazioni….

E’ una visione “mercificata”, banalizzata ed anche pericolosa della funzione pubblica, che invece l’art. 98 della Costituzione configura con un tratto di sacralità… Essa deve essere svolta “al servizio esclusivo della Nazione”… Introdurre meccanismi “premiali”, specie a livello locale, significa profanare quel tratto “sacrale”… Significa aprire la strada ad ogni forma di appeasement (se non veri e propri pacta sceleris) tra vertice politico e dirigenza… Sarebbe un discorso lungo e complesso che spero di poter svolgere altrove…. Basti notare che la più autorevole delle funzioni pubbliche (quella giudiziaria) va ancora esente dai rischi della “contrattazione decentrata” e dalla pulsione “premiale” (che per me 9 volte su dieci è una vera sollicitatio ad turpia)….

Intanto, per capire che deriva si prende quando si riducono le funzioni pubbliche ad una connotazione meramente “cottimistica” basta leggere quanto sta accadendo a Roma: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_gennaio_18/vigili-assenteisti-arrivo-altre-60-lettere-contestazione-e662e546-9eec-11e4-9ffe-303918e77b90.shtml . Il Sindaco vuole che il salario accessorio dei vigili sia legato alle multe elevate… A me non sembra un bel modello di amministrazione.

Anche qui: nulla di non nuovo. Anche nelle nostre amministrazioni si incentivano gli addetti all’attività di accertamento tributario… (diversi regolamenti prevedono laute prebende per quella che per me resta – non diversamente dai rogiti, sia chiaro – una attività ordinaria del funzionario)…. In principio quel modello è stato elaborato per i dipendenti delle Agenzie delle entrate, con polemiche anche lì ricorrenti: http://www.fiscooggi.it/files/u27/rassegnastampa/01.11.2010_05.pdf .

Io contesto radicalmente questo modello “cottimistico”… Art. 98, cost. alla mano, non ci dovrebbe essere luogo per mercificare l’esercizio della funzione pubblica oltre quello che prevede la contrattazione collettiva nazionale….Le distorsioni, come dimostra ampiamente l’esperienza di questi anni, sono numerose e profonde….Ma non capisco però perché se ne dolgano i soliti noti..

Non si può invocare la meritocrazia solo quando fa share sui giornali. Il caso Cartasegna dovrebbe dimostrarci che il modello “cottimistico” non assicura con certezza maggiore efficienza… serve solo a impiguare il portafoglio dei più scaltri e dei più fortunati… “

 

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