Revisione prezzi, necessarie maggiori tutele per le imprese
In una lettera al Ministro Salvini, FINCO chiede maggiori tutele per i contratti che non rientrano sotto l’ala del Decreto Sostegni-ter
“Abbiamo certo apprezzato il fatto che il meccanismo della revisione prezzi e quello del riequilibrio contrattuale siano inseriti nella bozza di Codice dei Contratti Pubblici predisposta dal Consiglio di Stato, sulla quale confidiamo in un confronto con il Ministero delle Infrastrutture; prima che però questi meccanismi vadano a regime, gli Operatori Economici che già stanno lavorando per la crescita del Paese, hanno necessità che il meccanismo di compensazione oggi in essere prosegua dopo il 31 dicembre 2022”.
È chiara la richiesta che FINCO (Federazione Industrie Prodotti, Impianti, Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni) ha indirizzato al Ministro Matteo Salvini sul tema degli appalti e dei prezzi, con una lettera a firma del presidente Carla Tomasi.
Come spiega Tomasi, attualmente gli Operatori Economici che si aggiudicano appalti nel corso del 2022 possono beneficiare dell’automatico inserimento nel bando di gara del meccanismo della revisione prezzi previsto dall’art. 29 del D.L . n. 4/2022 (Decreto Sostegni-Ter).
Chi si è invece aggiudicato un appalto nel 2021 e negli anni precedenti, viene tutelato, in via eccezionale, dall’art. 26, del c.d. “Decreto Aiuti” (D.L. n. 50/22, convertito in Legge n. 91/2022), solo fino alla fine di quest’anno.
“Questa previsione ‘a termine’, per gli appalti che sono ancora in corso, pone in seria difficoltà il mondo delle costruzioni e, all’interno di esso, in particolare quello afferente alle opere specialistiche e super specialistiche che mi onoro di rappresentare come Presidente della Federazione”.
Spiega Tomasi che le oltre 17.000 imprese che FINCO rappresenta risentono di tale mancanza di adeguamento del livello dei prezzi, tenuto conto dell’alto livello di investimenti che sostengono in relazione al personale qualificato, ai macchinari ed alle tecnologie utilizzate: sono infatti aziende strutturate che non possono in alcun modo ripercuotere tali carenze di prezzo su altri fattori della produzione, né tantomeno lo vogliono.
Da qui la richiesta, anche per evitare di trovarsi nella condizione di dover sospendere i cantieri, affinché l’art. 26 del D.L. n. 50/22 possa essere prorogato nel primo provvedimento utile.
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