18/10/2017 – I ragionieri comunali chiedono semplificazioni

I ragionieri comunali chiedono semplificazioni

 di Francesco Cerisano 

 

Semplificare le regole contabili e gli adempimenti, a cominciare dal Documento di programmazione (Dup) che rappresenta un aggravio burocratico troppo oneroso soprattutto per i piccoli comuni. Favorire la pulizia dei bilanci attraverso un riaccertamento dei residui da compiersi nei giusti tempi e non con una tabella di marcia troppo stretta. Evitare le duplicazioni di atti, snellire le scadenze ed esonerare i mini enti dalla contabilità economico-patrimoniale così come dal bilancio consolidato. Sono alcune delle richieste contenute nel manifesto dei responsabili finanziari degli enti locali approvato nel corso dell’ultima assemblea Anci di Vicenza. I ragionieri comunali insorgono per liberarsi dalla mole di adempimenti che ormai da anni li costringe a dedicare gran parte del proprio tempo a lavorare per altre pubbliche amministrazioni (ministeri, Corte dei conti) a discapito delle importanti attività di verifica e coordinamento interne al proprio ente.

I problemi rilevati dai responsabili finanziari si sintetizzano in lungo elenco di criticità, per ciascuna delle quali gli operatori propongono alcuni suggerimenti pratici al legislatore.

In cima alla classifica dei problemi c’è, come detto, il Documento unico di programmazione che, oltre a essere troppo gravoso per le amministrazioni più piccole, «appare troppo standardizzato e inefficace se redatto prima del bilancio». I ragionieri propongono di rendere realmente unico il Dup, includendo nella sezione operativa tutti i documenti autonomi propedeutici al bilancio, facendo ordine sulle competenze degli organi deliberanti e semplificando le altre parti di minore importanza. Ma soprattutto, osservano i ragionieri locali, la scadenza del Dup andrebbe definitivamente fissata nell’ambito dell’iter di approvazione del bilancio preventivo.

E veniamo ai residui. I responsabili finanziari dei comuni osservano che il riaccertamento dei residui, previsto dalla nuova contabilità armonizzata, è stato irrazionalmente relegato a mera attività ragionieristica, attribuendo (di fatto e a torto) la responsabilità al ragioniere, sminuendone i contenuti tramite l’indicazione di tempi troppo stretti. Ciò ha comportato, scrivono nel manifesto approvato a Vicenza, «chiusure dei conti affrettate, sulla spinta di pressioni interne ed esterne rivolte ad approvare il rendiconto comunque entro aprile, viste le pesantissime sanzioni conseguenti in caso di mancato rispetto dei termini». La situazione degli organici, poi, complica ulteriormente la situazione degli uffici ragioneria. La stretta sul turnover degli ultimi anni, solo di recente ammorbidita, ha comportato «molte situazioni di palese insostenibilità», lamentano. E nei piccoli comuni il ragioniere si occupa anche di tributi, di personale, di provveditorato, quando non di altri servizi amministrativi. Il suggerimento dei responsabili finanziari prevede di stabilire un numero minimo di riferimento degli addetti in ragioneria per fasce di enti. E per finire la semplificazione burocratica, più che mai necessaria perché la mole di adempimenti a carico delle ragionerie ha raggiunto livelli insostenibili. Nel manifesto di Vicenza si propone (anche a seguito della piena operatività della fattura elettronica e dell’obbligo di trasmissione alla Banca dati delle amministrazioni pubbliche di bilanci, rendiconti e di tutti i loro allegati) di individuare le mere duplicazioni di atti e/o informazioni facilmente sostituibili con altri sistemi più efficaci ed efficienti, razionalizzare le scadenze, nonché attivare un tavolo nazionale per la semplificazione.

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