tratto da Italia Oggi
Dirigenti locali, arriva il Ccnl
di Luigi Oliveri
 
Dirigenti di regioni ed enti locali, segretari comunali e dirigenti del ruolo professionale tecnico ed amministrativo della sanità hanno, dopo 11 anni il loro nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro.Ieri l’Aran ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali l’ultimo contratto dei comparti pubblici del triennio 2016-2018. Si tratta del primo contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area dirigenza del Comparto Funzioni Locali, che riunisce tre diverse tipologie di dirigenza. Lo schema, in generale, è sempre fondato sul Ccnl-padre, che è quello della dirigenza dell’Area Funzioni centrali. Vi sono, però, rilevanti novità. Oltre all’accorpamento di tre distinte funzioni dirigenziali (il Ccnl è comunque distinto in tre differenti sezioni, per garantire le specificità degli incarichi), il Ccnl introduce per la prima volta in modo esplicito il diritto all’incarico dirigenziale per il personale di ruolo e, simmetricamente, anche una norma di salvaguardia nel caso di riorganizzazioni che portino all’assegnazione di incarichi meno remunerati, con conseguente revoca della posizione precedente ricoperta. In questo caso si riconosce un differenziale tale da portare ad un complessivo valore di retribuzione di posizione inizialmente in una percentuale compresa tra il 50 e il 100% di quella connessa al precedente incarico, che si riduce progressivamente. Il Ccnl riconosce anche per la prima volta l’interim: il dirigente incaricato di coprire un altro incarico vacante potrà vedere incrementata la retribuzione di risultato in una misura compresa il 15% ed il 25% del valore economico della retribuzione di posizione prevista per la posizione dirigenziale su cui è affidato l’incarico. Si regola il caso di cattiva organizzazione: laddove non siano raggiunti obiettivi di miglioramento dei tassi di assenza riferiti a tutto il personale dell’amministrazione, l’ammontare complessivo delle risorse variabili dei fondi non potrà aumentare rispetto all’anno precedente. La sottoscrizione sblocca i 59,25 milioni annui stanziati a partire dal 2018. A regime, l’incremento lordo tabellare è di 1.625 euro lordi annui per 13 mesi, oltre a 409,5 euro annui per la retribuzione di posizione e mediamente circa 300 euro per il risultato.

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