Contratto Enti Locali, su aumenti arriva ok dalla Corte dei Conti
Nuovo Contratto degli Enti Locali, sugli aumenti arriva finalmente l’intesa. La Corte dei Conti approva, infatti, le intese siglate all’Aran il 21 febbraio (Funzioni locali) e il 23 febbraio scorso (sanità).
Nell’adunanza del 15 maggio 2018 le Sezioni riunite in sede di controllo hanno positivamente certificato l’ipotesi di CCNL comparto Funzioni locali per il triennio 2016/2018 e l’ipotesi di CCNL comparto Sanità per il triennio 2016/2018 con le osservazioni contenute nel Rapporto di certificazione allegato alle rispettive delibere in corso di stesura.
Da giugno, pertanto, cambieranno le buste paga di circa 1,5 milioni di dipendenti pubblici negli organici di sanità, regioni ed enti locali.
A rendere “ricco” il primo stipendio rinnovato saranno prima di tutto gli arretrati, che tradurranno in cifre l’eredità degli aumenti graduali previsti a valere sul 2016 e 2017 e sui primi mesi di quest’anno. La cifra varia da caso a caso, ma per esempio per un livello medio negli enti locali, si attesteranno a 750 euro.
Salvo diversa previsione del CCNL, gli incrementi dello stipendio tabellare previsti dall’art. 64 (Incrementi degli stipendi tabellari) hanno effetto, dalle singole decorrenze, su tutti gli istituti di carattere economico per la cui quantificazione le vigenti disposizioni prevedono un rinvio allo stipendio tabellare.
Nei confronti del personale cessato o che cesserà dal servizio con diritto a pensione nel periodo di vigenza del presente contratto, le misure degli incrementi di cui all’art. 64 (Incrementi degli stipendi tabellari) hanno effetto integralmente, alle scadenze e negli importi previsti nella tabella A, ai fini della determinazione del trattamento di quiescenza. Agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva del preavviso, del TFR nonché di quella prevista dall’art. 2122 del C.C., si considerano solo gli scaglionamenti maturati alla data di cessazione del rapporto.
Gli aumenti a regime valgono in media 65 euro lordi al mese negli enti territoriali, e oscillano da 52 a 90,3 euro a seconda del gradino occupato dal dipendente nella scala gerarchica. In sanità invece la media viaggia a 66,9 euro, e va dai 50,5 euro del gradino più basso ai 90,8 di quello più alto.
In allegato i testi corretti dell’Intesa per Enti Locali e Sanità.
Nessun tag inserito.