16/10/2015 – Garante della legalità

Garante della legalità

 

Tranquilli. Lo so che leggendo il titolo del post vi sarete sentiti chiamati in causa. Qui però sto parlando di garanti veri e non di garanti di cartapesta, quali noi siamo.

In questi anni tutti abbiamo inveito, in vario modo, contro le assunzioni clientelari o comunque contro le assunzioni che non fossero passate attraverso l’unico vaglio previsto dalla costituzione: il concorso pubblico.

Paladina massima di questo principio è stata da sempre la Corte costituzionale, vestale e custode della Carta, alle volte in maniera anche apparentemente inflessibile, come quando ha decretato la fine delle selezioni c.d. “verticali” (che, specie nei piccoli comuni, potevano essere strumento di valorizzazione delle professionalità interne; di minima flessibilità nella gestione del personale e – se gestito bene – anche fonte di qualche risparmio).

Ed anche se un certo “fondamentalismo” qualche volta ci è parso eccessivo, tuttavia ci ha rincuorato sapere che almeno qualcuno ci fosse a tutelare i principi sacri della “meritocrazia”….

In questi anni, in molti hanno invocato – ed a ragione – la Corte come estremo baluardo contro lo spoil system e quindi contro l’infeudamento della PA.

La Corte, quindi, vista come garante di ultima istanza; come quel “gigante buono” che ripristina la Giustizia violata.

Fa un certo senso allora apprendere da un insider autorevole come un ex giudice della Consulta, che “quasi tutto” il personale della Corte è stato assunto “senza concorso”. Sì! Avete letto bene: “senza concorso” e “quasi tutto” “il personale assunto nel tempo”….

Penserete: ma si tratta di personale altamente specializzato rispetto al quale sono giustificati criteri meno rigorosi di selezione….

Qualche osservatore petulante potrebbe obiettare che nell’art. 97 della Costituzione non è scritto che il pubblico concorso vale per tutti tranne che per la Corte Costituzionale…

Argomento potente contro il quale però si potrebbe facilmente opporre il carattere peculiare degli organi costituzionali, i quali rivendicano, a giusta ragione, i principi di “autogoverno”, di “autarchia”, di “autonomia”, di “auto amministrazione”, che fanno di quegli organi dei veri e propri “corpi separati”, con regole che sfuggono al diritto comune (quello dei comuni mortali)…

Sì! Il solito malevolo, con linguaggio spiccio, tradurrebbe quei principi in questa espressione: “poter fare quello che gli pare”…

E l’articolo 3 della Costituzione? Potrebbe obiettare il “solito” “rompiballe”….

Ma quante pretese! Quelli sono organi “c o s t i t u z i o n a l i..i”… ossia “diversi” ed il principio di uguaglianza, come ci hanno spiegato bene in questi anni, non può degradare a mero “egualitarismo” (bieco retaggio di deviazioni comunisteggianti).

Il principio di uguaglianza si declina in forme nuove: ossia si devono trattare in maniera diversa situazioni diverse….

Lo so: il discorso si fa scivoloso…. E l’argomento prova troppo (sarebbe la cristallizzazione delle differenze)….

In ogni caso, vi piaccia o meno, la situazione è quella descritta….

Ma la cosa che più fa scandalo, concesso pure che la Corte possa rivendicare tutte quelle “auto” (“autogoverno”, “autarchia”, “autonomia”, “auto amministrazione”), è un’altra…

E ce la comunica, candido, candido, sempre l’ineffabile ex giudice….

Il quale ci spiega dettagliatamente come funziona il sistema. Tenetevi forte.

la nomina è fatta con incarichi annuali rinnovabili. A un certo punto, si dà per acquisito il diritto di questi dipendenti di passare, nei ruoli, in pianta stabile.”….

E’ sorprendente? Certo! Specie per un organo che inflessibilmente ha predicato il rigore del concorso anche per diventare bidello, e che invece in casa sua fa valere il principio del posto “dato per acquisito” (come fosse un il più naturale degli eventi) … Lo ammette lo stesso ex giudice, osservando che “la corte predica bene, ma razzola male”.

Ma il bello deve ancora venire…

E qui reggetevi fortissimo, a partire dall’avverbio che introduce l’informazione.

Naturalmente, tra i beneficiari, vi sono non pochi figli di dipendenti”……

Naturalmente?! Come “naturalmente”?

Vi vedo già tutti insorgere all’unisono. Altro che obbligo del concorso! Questo ci sembra sfacciato nepotismo!…

Siete i soliti invidiosi, rosiconi e per questo meritate di essere stati aboliti!

Ah! Sempre dalla autorevole fonte veniamo a sapere che la Corte Costituzionale italiana costava nel 2014 “circa 60 milioni di €”…. Quella tedesca 25 milioni….

Non ci credete? Leggete alle pagine 175 e 250, di “Dentro la Corte”. Diario di un giudice costituzionale. Edizioni Il Mulino 2015.

E’ in libreria… 22 € e passa la paura.

Viene alla mente una delle pericopi evangeliche che forse ha meglio descritto la cifra del “potere” di ogni tempo. “Alligant autem onera gravia et importabilia et imponunt in umeros hominum, ipsi autem digito suo nolunt ea movere.”.

Che ne dite?

 

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