Rischio privacy dall’accesso generalizzato ai dati dei procedimenti disciplinari
di Aldo Monea
“L’articolo 5, comma 7, del Dlgs n. 33/2013 pone sempre più problemi interpretativi alle amministrazioni pubbliche. La complessità cresce anche alla luce del pregiudizio alla privacy conseguente a casi di eventuale accesso generalizzato. La vicenda concreta concerne una richiesta di accesso a atti di un procedimento disciplinare riguardante un dipendente e su di essa si è espresso, con provvedimento n. 254/2017 (doc. web n. 6495493) il Garante privacy, intervenuto, perché coinvolto dal Responsabile della prevenzione della corruzione di un Comune, per dare il parere previsto dall’articolo 5, comma 7, del Dlgs 33, in ordine ad una richiesta di riesame sul provvedimento di diniego di istanza di accesso civico…
… l’ente ha respinto la richiesta in base ai seguenti principi:
– la conoscenza con accesso generalizzato di atti relativi ad un dipendente può pregiudicare la sua sfera morale, relazionale e sociale, dato che i dati divengono pubblici dati (articolo 3, comma 1, del Dlgs n. 33/2013;
– i dati personali oggetto della richiesta (procedimento disciplinare) sono di un soggetto che ricopre una funzione pubblica.…
Il Garante ritiene, pertanto, che l’amministrazione abbia correttamente respinto l’istanza di accesso civico ed esprime parere favorevole in merito alla richiesta del Responsabile della prevenzione della corruzione del Comune, respingendo così la tesi del privato richiedente.”
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