Ecco alcune utili indicazioni in merito alla gestione dei concorsi di progettazione per partecipare ai bandi attuativi del PNRR.
Il “Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale”, istituito col DL Infrastrutture 10 settembre 2021, n.121, rappresenta un’opportunità importante per gli Enti beneficiari – ossia Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni del Mezzogiorno, oltre che di Marche e Umbria – e agevolare la loro partecipazione ai bandi per l’attuazione del PNRR in primo luogo, ma anche dei Fondi strutturali programmati per il 2021-2027 e il Fondo per lo sviluppo e la coesione.
Il DPCM del 17 dicembre 2021 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 febbraio, con il quale è divenuta ufficiale la ripartizione del Fondo per la progettazione territoriale, stabilisce infatti all’art. 5 che gli Enti beneficiari devono adoperarsi ad indire i bandi e disporre gli affidamenti per l’intera somma assegnata entro il 18 agosto 2022. In caso contrario i contributi ricevuti verranno revocati e verranno convogliati nuovamente nella disponibilità del Fondo, per poi venire redistribuiti tramite decreto del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale.
In altre parole, le risorse erogate sono sì generose, ma i tempi sono stretti e i requisiti stringenti. Di conseguenza saranno avvantaggiate tutte quelle Pubbliche Amministrazioni capaci di portare avanti i progetti nei termini prestabiliti, in quanto, in caso di una nuova ripartizione dei contributi revocati agli Enti che non sono stati in grado di impiegarli in tutto o in parte, potrebbero beneficiarne e presentare ulteriori progetti.
Ricordiamo che i contributi possono coprire esclusivamente le spese per la messa a bando dei concorsi, le spese per i rilievi e per le indagini per avviare delle procedure, le spese di pubblicazione dei bandi, le spese per le commissioni di gara, e infine le spese per attività tecnico-amministrative di supporto, incluse quelle necessarie a svolgere i concorsi in maniera telematica. I Comuni fino a 5.000 abitanti hanno la possibilità di utilizzare i contributi anche per affidamenti diretti di progetti di fattibilità tecnico-economica, a patto che siano conformi al Codice degli Appalti.
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