Sul sito NTPlus del Sole24ore l’articolo integrale di Gianluca Bertagna

La Corte dei conti dell’Emilia Romagna, con la delibera n. 68/2022/VSG, ha ricordato le regole per l’affidamento di incarichi di consulenza:

• occorre la dimostrazione documentale del previo accertamento, da parte della pubblica amministrazione, dell’impossibilità di utilizzare risorse interne per le prestazioni oggetto dell’incarico di consulenza;

• la verifica dell’indisponibilità delle risorse interne costituisce un prius logico necessario, da utilizzarsi dall’amministrazione nel percorso discrezionale-valutativo che si conclude con la decisione di conferire l’incarico e che, in tal senso, il corredo motivazionale deve sussistere all’adozione dell’atto, senza possibilità di integrazioni postume o di motivazioni assunte per relationem (per conforme orientamento, Corte conti, sezione giurisdizionale Molise, sentenza n. 9/2019);

• non sono più ammissibili, nel quadro normativo vigente, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;

• i singoli incarichi di patrocinio legale devono essere correttamente inquadrati come appalto di servizi, da affidarsi in conformità al codice dei contratti pubblici (Dlgs 50/2016);

• devono essere espletate procedure comparative generalizzate, mediante avvisi pubblici rivolti alla generalità degli interessati, per preservare i principi di imparzialità, pubblicità e concorrenza; pertanto, sono illegittime consultazioni informali su un ristretto numero di professionisti (mediante lettere di invito);

• violano le norme vigenti disposizioni regolamentari che prevedano il conferimento diretto di incarichi per prestazioni strettamente connesse alle abilità del prestatore d’opera o a sue particolari qualificazioni, elaborazioni o interpretazioni (Corte conti, sezione regionale controllo per l’Emilia Romagna, delibera n. 110/2017/PARI e sezione regionale di controllo per il Piemonte, delibera n. 79/2020/REG).

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