tratto da Italia Oggi del 13.03.2020
Si può portare a spasso il cane – Ok alla spesa e anche allo sport ma evitando gruppi
di Stefano Manzelli
L’emergenza coronavirus non impedisce di uscire di casa per comprovate esigenze primarie quali ad esempio fare la spesa o portare a spasso il cane, ma anche per svolgere attività sportiva e motoria all’aperto ma sempre evitando assembramenti e rispettando le distanze interpersonali di almeno un metro. L’importante è che in caso di controllo pedoni o autisti debbano sempre giustificare agli organi di polizia il proprio limitato spostamento in relazione ad una attività consentita utilizzando se del caso anche i modelli di certificazione che di norma le pattuglie devono avere a disposizione. Lo ha chiarito la circolare del Ministero dell’interno n. 15766 del 12 marzo 2020. La questione dell’emergenza sanitaria e della necessità di azioni progressive di maggior contenimento del virus sta accumulando provvedimenti normativi che richiedono continui adattamenti anche per il controllo delle misure da intraprendere. Per questo motivo il Viminale ha diramato ulteriori istruzioni operative che sono utili per ricapitolare lo stato dell’arte anche alla luce dell’ultimo dpcm dell’11 marzo. Con il primo decreto dell’8 marzo sono state fissate le regole generali le quali stabiliscono che occorre evitare ogni spostamento delle persone fisiche salvo che i movimenti siano motivati da comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute. Con il successivo dpcm del 9 marzo queste regole sono state confermate ed è stato aggiunto una specifica nota per l’attività sportiva. Ovvero che “lo sport e le attività motorie all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto delle distanza interpersonale di un metro”. Il ministro dell’interno con la circolare di ieri ha specificato meglio cosa occorre fare per rispettare gli obblighi. Innanzitutto il richiamo del Viminale è al senso di responsabilità dei singoli cittadini. Che possono uscire se necessario evitando sempre situazioni critiche. Elementi documentali comprovanti la sussistenza delle residue esigenze lavorative ammesse o di particolari situazioni di necessità sono graditi, specifica il ministero. L’onere potrà essere assolto producendo un’autodichiarazione anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli appositamente predisposti in dotazione agli operatori delle forze di polizia.

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