tratto dalla newsletter dell'Albo Puglia

” in attesa di controproposte concrete.”

Segretari e Dirigenti 

Piccoli Comuni senza Segretari

I numeri ridotti e le difficoltà degli enti rischiano di diventare un “boomerang”: a volte un corretto ritorno al passato è una possibile soluzione.

E’ di questi giorni la presa di posizione dei Sindaci (in particolare dell’Abruzzo, ma la situazione non è migliore in altre regioni d’Italia) che lamentano la perdurante assenza di segretari comunali nei piccoli comuni, piccoli centri già ampiamente penalizzati dalle scelte degli ultimi anni che hanno imposto tagli alla spesa e blocco del turn over e sostanzialmente “falliti” tentativi di accorpamento delle funzioni.

Già alla fine dell’anno la Giunta Regionale Friuli Venezia Giulia aveva proposto un emendamento che ampliava la possibilità di attribuire la reggenza delle sedi di segreteria ai vicesegretari degli enti, per immaginare una soluzione al problema della grave carenza di segretari comunali venutasi a creare in questi ultimi anni in tutto il territorio nazionale.

Da un lato il fallimento dei reiterati tentativi di riforma della dirigenza locale e dall’altro l’oramai acquisita necessità di avere una figura di garanzia anche nell’ente locale, tema sostanzialmente ribadito anche dai Sindaci Abruzzesi che ne rilevano l’importanza della figura, sollecitano la ricerca di una soluzione e soprattutto un’importante ed efficace azione del Ministero dell’Interno, per troppo tempo inerte e poco efficace sul tema dei segretari, spesso visti come un corpo estraneo e non come un efficace strumento di governo e coordinamento della “governance” del territorio. Come non ricordare le tante circolari, sul cui effetto “normativo” tanto ci sarebbe da discutere, che hanno via via svuotato l’interesse alle sedi più piccole: si pensi alla decisione di non cumulare il numero di abitanti per la costituzione di sedi di fascia più elevata. È divenuto ormai oggettivamente indispensabile affrontare con urgenza tale problema, che penalizza soprattutto i Comuni più piccoli oltre che i segretari stessi, chiamati a occuparsi di un numero spesso eccessivo di enti.

I Sindaci “Abruzzesi” giungono a proporre la soluzione del “Segretario Onorario” similmente a come avviene per i quei Giudici incaricati dei processi civili e penali sotto una certa soglia d’importanza. Due le considerazioni da fare: da un lato è innegabile che il mondo “autonomie locali” abbia finalmente compreso l’importanza della figura, di garanzia e per una corretta impostazione gestionale; dall’altro che una soluzione vada comunque trovata, in linea con i principi contenuti non solo nella legislazione speciale per le autonomie locali, ma soprattutto con quelli che sono i principi contenuti nel TUPI (D.Lgs. 165/2001) e nella legislazione sul tema dell’anticorruzione. Comunque ogni possibile ipotesi dovrebbe essere utilizzabile solo in caso di vacanza della sede e di assenza di segretari in disponibilità ovvero interessati alla stessa. In questo quadro l’unica soluzione immaginabile che possa consentire una risoluzione, anche provvisoria, delle problematiche emerse non può che essere quella di consentire un accesso alla funzione a soggetti idonei e qualificati seppur non iscritti all’Albo dei Segretari, alle stesse condizioni che la Corte dei Conti impone all’accesso alla dirigenza a soggetti estranei alla P.A.

Come già nel passato si potrebbe immaginare un elenco di soggetti idonei presso quelle Prefetture che presentano un elevato livello di scopertura di sedi, previa apposita abilitazione in virtù di quella che in passato era una patente conseguita a seguito di esami sostenuti in prefettura, con un accesso riservato a coloro che presentano un elevato livello di preparazione garantito da precedenti esperienze nella P.A. e che siano comunque previamente “formati”.

Tal elenco, similmente al passato, potrebbe costituire da un lato un utile “bacino” dal quale il Sindaco dei comuni più piccoli possa attingere il segretario per un periodo limitato e, dall’altro, garantire al selezionato una riserva nei concorsi futuri che per ragioni non solo costituzionali ma anche di una corretta formazione devono rimanere lo strumento per accedere stabilmente all’Albo con le garanzie che ne derivano dalla retribuzione nel caso della “disponibilità” all’accesso ai corsi di progressione di carriera per le sedi superiori.

Un costituzionalmente orientato “ritorno al passato” che abbia come obiettivo quello di garantire una corretta azione amministrativa del Comune tutelata dall’art. 118 della Costituzione.

Solo questo sistema potrà garantire una quasi immediata soluzione delle gravi scoperture in quelle regioni con un alto numero di Comuni privi del Segretario Comunale oltre ad una presenza qualificata di soggetti nell’elenco filtrata dalle singole Prefetture unitamente ad una garanzia di corretta valorizzazione dell’esperienza in sede di concorso.

In definitiva occorre ragionare sui concorsi, sui segretari di area vasta, sulle disposizioni restrittive in tema di convenzioni ma nell’immediato c’è da risolvere un problema di quei Sindaci che non riescono a fare un Consiglio Comunale ovvero una Giunta per organizzare una sagra e questo non è solo un problema dei Sindaci ma anche del Ministero che correttamente deve intervenire, anche economicamente, a sostegno dei Comuni per il mantenimento della figura.

L’emergenza comunque deve essere l’occasione per portare al centro il ruolo, la funzione, i bisogni dei Comuni, purché con paletti chiari e invalicabili costituzionalmente orientati ma in grado di affrontare da subito il problema.

Spesso si è detto che “l’Italia deve scommettere sui piccoli comuni, sulla forza dei territori e sulle sue bellezze diffuse se vuole essere più coesa e più competitiva” senza però adeguatamente investire risorse umane, strumentali ed economiche in tale obiettivo.

Fonte: Il Governo Locale del 07/02/2019

Autore: Pasquale Monea

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