La definizione dei metodi di misurazione dei fenomeni corruttivi rappresenta un tema centrale nel dibattito scientifico e, soprattutto, nei contesti multilaterali dove si elaborano le politiche di contrasto a livello globale. Le Autrici e gli Autori muovono dalla ricognizione delle metodiche sinora impiegate, evidenziando i limiti e le criticità che caratterizzano in particolar modo gli strumenti di misurazione c.d. soggettivi o percettivi. Su questa premessa, nell’articolo si propone un’innovativa metodologia, a carattere interdisciplinare, attraverso la quale raggiungere una rappresentazione oggettiva del fenomeno corruttivo, come emerge dalle fonti giudiziarie. In particolare, il metodo presentato si fonda sull’applicazione di strumenti di text mining e tecniche statistiche ad una base informativa, oggettiva e stabile, rappresentata da un campione significativo di sentenze pronunciate dalla Suprema Corte di Cassazione, nel periodo compreso tra il 2015 e il gennaio 2020, in materia di reati corruttivi (artt. 317, 318, 319, 319-quater, 321 del codice penale). Nell’articolo si offre una preliminare esposizione del metodo e se ne pongono in evidenza le potenzialità conoscitive e applicative, che non si esauriscono nella misurazione (quantitativa) del fenomeno osservato. L’analisi automatica, mediante text mining, consente infatti di interrogare a fondo la fonte giudiziaria (sentenze) per trarne informazioni estremamente significative nella prospettiva scientifica della descrizione qualitativa della variegata fenomenologia corruttiva. Il metodo a base oggettiva presentato, infine, rappresenta uno strumento promettente per lo sviluppo di politiche di prevenzione e contrasto evidence-based
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