10/08/2015 – Il testo unico che verrà per rilanciare l’autonomia dei Comuni

Il testo unico che verrà per rilanciare l’autonomia dei Comuni

di Vittorio Italia

 

Le leggi che disciplinano gli Enti locali hanno avuto, dal 1865 ad oggi, un movimento pendolare tra accentramento e autonomia, e presentano problemi antichi e nuovi. 

Infatti, il Comune costituisce ancora la «cellula» amministrativa basilare dell’organizzazione dello Stato, e le leggi che li regolano hanno un’importanza determinante, perché «se i Comuni non funzionano, lo Stato non funziona». Ma vi sono ancora molte incertezze sulle linee legislative che dovranno essere tracciate per i Comuni e per la loro autonomia.

La confusa situazione attuale 

Infatti vi è un contrasto tra le norme costituzionali, che prevedono ampie autonomie, ed il vigente Testo unico del 2000 che non le prevede. Ma l’aspetto critico maggiore è che in questa situazione di incertezza sono intervenute molte leggi e leggine statali sull’organizzazione e sull’attività degli Enti locali in senso opposto a quanto stabilito nella Costituzione. Alcune di queste leggi sono certamente utili (ad esempio la legge Delrio), ma esse sono frammentarie, perché sono basate su esigenze contingenti. Tali leggi determinano delle difficoltà, sia per il loro contenuto, sia per il raccordo con il vigente Testo unico del 2000, che è attualmente oscillante, e che non costituisce affatto – come si potrebbe ritenere dal nome – un Testo “unitario”.

La duplice soluzione del problema 

Il problema più importante che deve essere risolto è se sia opportuno avere un nuovo Testo unico (o Carta delle autonomie) sui Comuni e sulle Città metropolitane, o si debba attendere il completamento dell’iter parlamentare (e forse referendario) della revisione della Costituzione. 

La seconda soluzione è quella logicamente e giuridicamente più corretta. Ma è opportuno che si comincino a valutare, sin d’ora, le linee di un nuovo Testo unico sui Comuni, dove ciò che è importante non è il nome (Carta delle autonomie, Testo unico, Carta dei Comuni, ecc.) ma il contenuto, che dovrebbe essere sintetizzato in “princìpi”, e non diluito in norme dettagliate e frammentarie. 

Questo nuovo Testo unico, predisposto da una Commissione tecnica e composta anche da rappresentanti delle Autonome, potrebbe valorizzare l’autonomia dei Comuni, nei limiti consentiti e con un bilanciamento normativo che potrà dare ad essi quel ruolo che sino ad ora, schiacciati tra lo Stato e le Regioni, non hanno potuto esprimere.

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