venerdì 10 aprile 2015
I Dirigenti apicali sono più onerosi dei Segretari comunali? Vicini all’apoteosi della follia
La commissione Bilancio del Senato e il viceministro all’Economia, Enrico Morando, hanno dato mercoledì l’altolà alle novità inserire ‘last minute’ nella delega di riforma della Pubblica Amministrazione. Modifiche passate in commissione Affari Costituzionali e finite nel testo all’esame dell’Aula di palazzo Madama. Nel mirino ci sono anche emendamenti rilevanti, come quelli sulla dirigenza e sul precariato, che sarebbero accumunati dal fatto di essere stati approvati senza aspettare il via libera sulle coperture. Si tratterebbe quindi di norme a rischio, visto che, spiega Morando, «gli emendamenti su cui non sia stato espresso un parere favorevole da parte della commissione Bilancio dovrebbero essere considerati inammissibili». A sollevare il problema è stato il presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, che, valutando il testo arrivato già in Aula, nota come «siano state apportate modifiche tramite emendamenti non trasmessi alla commissione». L’osservazione riguarda diversi punti relativi alla dirigenza: si va dal compromesso sui segretari comunali (una fase ponte di tre anni prima di abolire la figura) al divieto di chiamata diretta al singolo per incarichi da affidare agli esterni, rimpiazzata da una selezione tra più candidati.
Nella Commissione Bilancio del Senato ieri il Viceministro Morando ha espresso un avviso contrario sull’art. 9 punto 4) (ossia la norma che riguarda i Segretari comunali), “poiché il sistema di reclutamento e gestione dei dirigenti apicali ivi individuato non garantisce l’invarianza finanziaria“.
Fortunatamente la Commissione non ha espresso sul tema ancora nessuna votazione, ma soltanto l’apertura della questione fa esplodere ancora di più un interrogativo: chi sta scrivendo la riforma della PA?
La regia della riforma PA la sta tenendo qualcuno che non conosce i regolamenti parlamentari, a detta di Azzolini e del Viceministro Morando. Preparare un subemendamento, illustrato in Commissione e sulla stampa come un punto di svolta, farlo votare alla Commissione Affari Costituzionali, con il parere favorevole del Governo, e presentarlo come testo definitivo in Aula senza aver rispettato un principio basilare delle regole assembleari è notizia scioccante. Così come notizia scioccante è che il Viceministro Morando ritenga che mantenere un sistema così com’è (le funzioni del dirigente apicale sono quelle svolte dal Segretario comunale) possa non garantire l’invarianza della spesa. Tanto più che il famoso punto 4) (norma di una decina di righe) contiene non una ma 3 clausole di invarianza della spesa, che riporto testualmente:
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“fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa di personale”;
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“fermo restando il rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa di personale (…) senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”;
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“senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
La votazione verrà effettuata la prossima settimana dalla Commissione Bilancio e c’è da augurarsi che i tecnici della Ragioneria Generale dello Stato, che stanno esaminando il testo definitivo della riforma, siano in grado di dimostrare che le cose evidentemente non stanno come ha rappresentato il Viceministro Morando.
Nell’attesa che anche questa ennesima questione riguardante i Segretari comunali si concluda, su indicazione della collega Patricia Palmieri, provvedo a sostituire il ponte come immagine di copertina del Blog: dal Ponte Vecchio di Firenze al Ponte dei Sospiri di Venezia.
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