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Colgo l’invito rivolto da codesta Spett.le Associazione,

    per sottolineare brevemente alcune questioni inerenti la riforma della Dirigenza in atto.

A margine di tutte le considerazioni tecnico-giuridiche che sono state già ampiamente sviscerate da illustri colleghi ed esperti della materia e naturalmente condivise, è mia intenzione soffermarmi solamente su alcune telegrafiche considerazioni.

La prima: Segretario comunale si diventa per concorso pubblico e non per nomina diretta fiduciaria; il percorso che ha condotto all’iscrizione all’albo di ciascun segretario è stato caratterizzato da sudore, forza di volntà, competenza e passione; tutti elementi che ancor oggi non mancano nell’esercizio della professione e che la riforma mira a dequalificare.

La seconda: il Segretario comunale ha sottoscritto un contratto a tempo indeterminato con il ministero dell’interno; ogni qualsivoglia modifica di tale rapporto è incostituzionale.

La terza: il paventato licenziamento del Segretario comunale è palesemente discriminatorio rispetto ad altre categorie di soggetti che hanno vinto un concorso pubblico e sottoscritto un contratto a tempo indeterminato; inoltre, ma non da meno, non credo che alcun Segretario sia disposto a essere licenziato per vedere la propria famiglia ridotta sul lastrico (perché di questo si parla !!!).

Chiedo “venia” per le “banali” considerazioni sopra esposte, ma sentivo di doverle esprimere.

Saluti.

Dott. Massimo Candia

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