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È la sentenza di condanna non definitiva che sospende il sindaco e non il decreto prefettizio
di Ulderico Izzo
 
Il Tribunale amministrativo regionale del capoluogo lombardo, con la sentenza n.547, depositata lo scorso 24 marzo, ha stabilito il principio di diritto secondo il quale, in presenza di una sentenza di condanna, non definitiva, per uno dei reati citati nell’articolo 10 del Dlgs 235/2012, la sospensione dell’amministratore pubblico opera di diritto e il decreto prefettizio ha natura dichiarativa e non costitutiva.
Il fatto

In un Comune lombardo si sono svolte le elezioni amministrative, all’esito delle quali vi è stata la proclamazione degli eletti alla carica di Sindaco e alla Carica di consigliere comunale.

Il Sindaco eletto era destinatario di una sentenza di condanna per il reato di peculato, nonché del decreto prefettizio di sospensione.

Alla data della proclamazione, non essendo ancora trascorso il periodo di 18 mesi, il Prefetto del luogo ha nuovamente emesso un nuovo provvedimento di sospensione.

Il Sindaco eletto, il giorno dopo la proclamazione ha nominato la Giunta, il Vice Sindaco e gli Assessori.

Il decreto sindacale di nomina dell’organo esecutivo è stato impugnato dai Consiglieri di minoranza dinanzi alla giustizia amministrativa.

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