La gara non è un dogma
di FRANCESCO CERISANO – Italia Oggi – 07 Maggio 2019
Procedura negoziata per gli appalti di lavori da 200 mila euro fino a un milione di euro. E più semplificazioni per i piccoli comuni, a cominciare dal rinvio della contabilità economico-patrimoniale. A chiederlo è l’ Anci che in audizione al senato sul decreto legge «sbloccacantieri» ha depositato un pacchetto di emendamenti su alcuni temi caldi lasciati insoluti dal decreto (n.32/2019) del governo.
Un provvedimento su cui l’ Associazione dei comuni esprime un giudizio complessivamente positivo viste le tante proposte Anci recepite nel testo (dal ritorno al regolamento unico abbandonando il regime di soft law che ha caratterizzato l’ attuazione del nuovo codice appalti, alla possibilità di affidare lavori di manutenzione sulla base del mero progetto definitivo, dall’ eliminazione della terna dei subappaltatori in sede di gara, all’ abrogazione dei termini ristretti per gli adempimenti di pubblicità legale che mettevano in difficoltà soprattutto i piccoli comuni).
Tuttavia, secondo l’ Anci, il decreto legge può ancora essere migliorato in più punti, a cominciare proprio dai criteri di aggiudicazione che allo stato vedono il seguente regime: affidamento diretto per i contratti fino a 40.000 euro, affidamento previa consultazione di tre operatori per i lavori da 40.000 a 200.000 euro e procedura aperta da aggiudicarsi con il criterio del prezzo più basso per i lavori da 200.000 euro a 5 milioni di euro. Secondo l’ Anci non giudica positivamente l’ abrogazione della vecchia norma che consentiva per gli appalti di lavori, almeno da 150.000 e un milione di euro, la procedura negoziata «aggravata» con la partecipazione di 15 operatori economici e «con un notevole risparmio di tempo e risorse».
L’ Anci ha ricordato come gli appalti di valore compreso tra 150 mila e un milione di euro rappresentino circa il 70% dell’ ammontare complessivo degli appalti di lavori, soprattutto manutenzioni, nei piccoli comuni. L’ abrogazione della procedura di negoziazione almeno fino a tale soglia è, secondo l’ Associazione, «in contraddizione con lo spirito di semplificazione» che costituisce la ratio del decreto. Sulla parte del dl dedicata agli eventi sismici del Centro Italia e in area etnea, l’ Anci chiede correttivi finalizzati a superare le criticità esistenti e facilitare il processo di riscostruzione.
In particolare: a rendere gli Uffici speciali per la ricostruzione più operativi con agevolazioni per le assunzioni di personale a tempo determinato e potenziamento del personale che svolge attività istruttoria. Sono inoltre previste deroghe speciali sulle anticipazioni di Cassa da parte dei Commissari ai comuni per pagare gli stipendi al personale e sulle anticipazioni di tesoreria.
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