08.02.2015 – Alfredo Ricciardi scrive ai segretari

Carissimi/e,

vedo che la giornata di ieri ha sconfortato molti, e molto. In parte lo comprendo, e francamente nemmeno io faccio i salti di gioia (eufemismo) per com’è andata, ma se ci pensiamo sarebbe stato sorprendente se dal convegno fosse uscita quale rilevante novità positiva. Perché? Per il semplice fatto che non c’erano le premesse per un esito diverso, visto che il senatore Pagliari pochi giorni fa, nella sua qualità di relatore, aveva presentato il solo emendamento sul direttore generale e nessuno sui segretari, con ciò confermando che al momento il Governo (del quale il relatore, per ruolo, esprime le posizioni) non si è mosso dalla sua posizione di mera abolizione. In questo contesto, a distanza di pochi giorni, sarebbe stato sorprendente se al convegno il relatore avesse mostrato o tenuto una posizione diversa. 

Ma allora tutto è perso? No, niente affatto, perché la Commissione deve votare gli emendamenti e prendere una decisione, e quale sarà non è affatto scontato. Lo stesso Pagliari ieri non ha escluso che la Commissione approvi uno degli emendamenti “favorevoli” ai segretari. Certo lo ha detto aggiungendo che questa potrebbe essere una vittoria solo momentanea e inutile, magari destinata ad essere sovvertita nel successivo passaggio in aula da un maxiemendamento. Ma il solo fatto che lo abbia detto significa che nessuno dà per scontato cosa deciderà la Commissione. Poi quanto “terrà” il testo della Commissione al successivo passaggio in aula nessuno lo sa, vedremo, ma intanto non diamo per chiusi i giochi.

Ci sono però due cose importanti, secondo me, che vanno puntualizzate. La prima è che ho trovato francamente non vera, e forse anche un po’ (cinicamente) strumentale, l’accusa che il Senatore ha fatto ai Sindacati di non aver fatto proposte e di essersi mossi in modo meramente corporativo senza cercare di entrare in una logica nuova. E’ così vero il contrario che le nostre proposte sono criticate da molti segretari perché troppo “filo governative” … Pensate un po’ all’ironia della cosa, siamo presi da due fuochi, da una parte alcuni segretari ci accusano di essere arrendevoli o fare proposte che non tutelano abbastanza, e dall’altra il relatore ci dice che siamo corporativi e facciamo proposte inaccettabili..! Per assurdo mi viene da dire che questo prova che le nostre proposte sono equilibrate: non chiediamo la luna e nemmeno ci stendiamo. In ogni modo ribadisco: è assolutamente ingeneroso quanto detto dal Senatore, temo che sia un espediente per scaricare su di noi una difficoltà che è sua. E’ comprensibile che dica così, non gliene faccio nemmeno una colpa, però per favore voi non cadeteci! Magari le proposte sono sbagliate, ma farne ne abbiamo fatte, forse fin troppe! Sono le risposte che mancano, non le proposte.

L’altra cosa che voglio dire è che l’idea di chi ha organizzato il convegno di far parlare il pubblico, giusta in linea di principio, ha portato però anche qualche danno: sul piano dei toni, dei contenuti, perfino dei modi, alcuni interventi hanno trasceso, e hanno dato l’immagine di una frantumazione della categoria, indebolendoci tutti. Io però dico subito che umanamente non me la sento di giudicare nessuno, qui c’è il posto di lavoro a rischio, c’è chi ha speso la propria vita per questo lavoro, c’è paura e c’è anche il comprensibile risentimento per l’arroganza e talvolta perfino il disprezzo che è parso di leggere nelle decisioni del Governo e soprattutto nei modi di annunciarle. Quindi capisco tutti, nessuno escluso. Dico però che questo viene usato contro di noi, perché di fronte all’imbarazzo di non avere reali argomenti per rifiutare ogni proposta che viene da noi, fa comodo all’interlocutore, tremendamente comodo, usare a pretesto qualche intervento che trascende per poter poi dire e ribadire che i segretari vogliono solo lamentarsi e rivendicare e non invece confrontarsi nel merito. 

Chiudo dicendo che fare manifestazioni adesso, prima che la Commissione si esprima e voti, sarebbe un errore clamoroso. Io alla controparte, al Governo e alla Commissione, la scusa per dire “con questi non si può trattare” non la voglio dare, io in provocazioni non voglio cadere, e voglio anche vedere chi bluffa e chi no: ma chi l’ha detto che la Commissione, di fronte ad una proposta seria, ragionevole, non corporativa, utile al sistema, preferisca la mera abolizione? Ma chi l’ha detto che il punto è lo scontro fra Segretari e Governo? Ma chi e dove ha iscritto i Segretari all’opposizione del Governo? Noi non ci stiamo a cadere in questa provocazione, noi stiamo seriamente parlando del tema oggettivo della riforma, e facciamo proposte serie, e attendiamo di sapere cosa pensa la Commissione delle nostre proposte di merito. Poi dopo c’è tutto il tempo. Ma ora no, non forniamo pretesti, non facciamo perdere valore a tutto il grande sforzo che stiamo compiendo per trovare e fornire al Parlamento una soluzione di riforma ragionevole e di valore. Non diamo noi, vi prego, il pretesto per non accettarla!

Come ho detto, c’è tutto il tempo poi.

Forza e coraggio!

Alfredo

P.S.

Naturalmente in tutto questo va comunque apprezzato che il Senatore abbia partecipato a questa iniziativa, va a suo merito non essersi sottratto ad un confronto, e vanno ringrazianti i Professori che l’hanno organizzata, ma forse, col senno di poi, non aveva più molto senso in questo momento. Resto sempre più convinto, infatti, che l’iniziativa è nata, ed il Senatore ha dato la sua disponibilità, quando si credeva che il Governo avrebbe potuto mutare orientamento. Il Governo invece non l’ha mutato, vediamo la Commissione.

 

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