06/04/2016 – Ladri di polli? Non preoccupatevi, un docile capro espiatorio c’è sempre.

 

Ladri di polli? Non preoccupatevi, un docile capro espiatorio c’è sempre.

In questo Paese disastrato e sommerso da ogni forma di malcostume, vale sottolineare ancora il contenuto della sentenza della sezione Toscana della Corte dei Conti n. 91/2016, già precedentemente richiamata da altri ma immediatamente ignorata da tutti (non solo qui ma anche altrove nessuno vi ha dedicato un cenno di commento).

Infatti, come al solito, si è preferito sorvolare; guardare altrove: pensare ai diritti di rogito e simili; fare auspici sulla sorte di Renzi; strologare sulla data in cui verranno approvati di decreti delegati…. Come se il futuro potesse riservare prospettive più rosee di questo gramo presente!

E quindi, mentre attendiamo che Renzi cada (prima o poi cadrà), i colpi più feroci ce li infliggono: Corte dei Conti ed ANAC (che sopravviveranno a Renzi), come se i reprobi ed i delinquenti di questo Paese fossero i segretari comunali.

C’è uno strabismo di questi attori istituzionali (cui forse “piace vincere facile”) che andrebbe corretto o comunque denunciato.

Quindi quella sentenza dovrebbe essere oggetto di riflessione da parte di tutta la categoria…. E non come una interessante divagazione, quanto, invece, come una questione pressante e primaria per ciascuno di noi.

E’ accaduto che quella sezione abbia condannato un segretario alla non proprio modica somma di 180.000 (centoottantamila) €…. per questioni anche abbastanza opinabili.

E questo mentre – per fare solo un esempio tra i tanti – si apprende che Agenzia delle entrate – con pratiche molto discutibili e corrive – assiste passivamente a “perdite” di esercizio di alcune decine di miliardi (sì: miliardi) di euro annui (cfr.  https://www.facebook.com/sonosenzaparole/videos/612408848910925/… ascoltate cose dice Dissegna a proposito delle mancate riscossioni e come balbetta l’ex ministro). Cosa fa la Corte di fronte a quel disastroso e perpetuo danno erariale di dimensioni colossali? Di quanto dovrebbero rispondere i ben più rispettati e remunerati responsabili di quel sistema disastroso?

Bisognerebbe fare il punto della situazione per vedere almeno dove siamo arrivati; se si può cercare di mettere un limite, un freno ad una responsabilità sempre più ampia ed illimitata… E, se non si può mettere un limite, almeno cercare di segnalare l’insostenibilità di questo sistema, anche per far rispettare un principio di eguaglianza sostanziale (pare che gli unici funzionari pubblici che si coprono di maladministration siano i segretari comunali).

Bisognerebbe, in qualche modo, far sentire la nostra voce… perché –arrivati ad un “certo punto” – come ha scritto Zagreblesky: “la mitezza, per non farsi irridere come imbecillità, deve essere una virtù reciproca. Se non lo è, ad un certo punto “prima della fine”, bisogna rompere il silenzio e agire per cessare di subire.»”.

Bisognerebbe richiamare l’attenzione su questo tritacarne assurdo che appare ancora più assurdo in un Paese in cui i latrocini sono clamorosi e vanno ben oltre la mala gestio ma consistono in vere e proprie malversazioni ed accaparramenti…

Siamo sempre al vertice ed in prima linea quando di tratta di pagare… Si può andare avanti così? Senza un segno di attenzione al problema? Sempre e solo sperando che io me la cavi?

Ed invece si continua a sfornare, in un’ossessione parossistica, l’anticipazione dell’ultimo parere; l’ultima circolare; l’ultimo emendamento, l’ultimo articolo…. Possibile che siamo così masochisticamente ottusi?

Possibile che difronte al disastro che si compie, le uniche cose che ci riescono è compiacerci del comune tale che è arrivato primo nella graduatoria di quelli che rispettano i tempi di pagamento? O che un altro comune si è occupato (chissà perché poi?) della percezione del fenomeno corruttivo nelle scuole?

Ecco, siamo – per dirla col “Zagre” – in piena “imbecillità”…

Ma dove siete? Dove vivete?

Dovremmo (dobbiamo) fermarci tutti oggi… Perché insieme con il collega di cui alla sentenza n. 91/2016 ci siamo tutti noi, nessuno escluso.

 

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