La sentenza del Consiglio di Stato n.7068/2029 ha accolto il ricorso di una candidata a una procedura selettiva, che era stata esclusa per essere stata trovata a indossare uno smartwatch.
Il bando di concorso prevedeva che, durante lo svolgimento della prova, i candidati non potevano introdurre nella sede di esame carta da scrivere, appunti manoscritti, libri, dizionari, testi di legge, pubblicazioni, telefoni cellulari e strumenti idonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati, né potevano comunicare tra loro, ed in caso di violazione di queste disposizioni, disponeva l’immediata esclusione.
Secondo i giudici però il bando non vietava di introdurre in aula smartwatchs e ciò non poteva desumersi dalle avvertenze date ai candidati dal comitato di vigilanza il giorno della prova preselettiva.
La candidata ha però dimostrato , con apposita perizia , che lo smartwatch indossato non fosse idoneo a memorizzare e/o a trasmettere i dati, e che nell’arco temporale della prova lo stesso non fosse stato utilizzato.
