04/09/2015 – Astuzie e miserie del Grande Comunicatore

Astuzie e miserie del Grande Comunicatore

Sep 3, 2015

Ogni popolo ha i leader che si merita. Gli italiani hanno una straordinaria propensione al vittimismo ed alla autoassoluzione, oltre ad un peculiare spirito nazionalista straccione che si sposa a meraviglia con un robusto analfabetismo economico di base. Nessuna meraviglia, quindi, che il Principe di turno eserciti il proprio ésprit florentin ricorrendo a molte di queste leve strategiche comunicative.

Come stupirsi, quindi, della contaminazione tra dramma dei migranti e taglio dell’imposizione sulla prima casa in Italia (non ridete, ché servirebbe un antiemetico) che il nostro abile premier ha utilizzato per attaccare l’odiata “burocrazia” di Bruxelles, rea di aver suggerito di spendere meglio le preziosissime e scarsissime risorse fiscali del nostro paese, ad esempio continuando a tagliare il costo del lavoro?

Non è un caso che già in molti siano caduti nel riflesso nazionalista pavloviano. Il punto non sono le prime pagine di pura beceraggine del giornale fondato da Antonio Gramsci e fatto risorgere sub specie velinae da Matteo Renzi. Il punto vero è che non sarebbe neppure dovuto servire il richiamo informale di Bruxelles a spendere meglio le risorse fiscali del paese. Una policy che butta nello sciacquone 4-5 miliardi annui per tagliare (per giunta regressivamente) l’imposizione sulla prima casa ed al contempo pare prendere in considerazione l’idea di recuperare risorse per tagliare il costo del lavoro mettendole in capo (o più propriamente in altre parti anatomiche) ai futuri pensionati con metodo contributivo è una policy da purissimi treccartari.

Se poi, per fare passare questa policy, si ricorre con successo a titillare il nazionalismo straccione dell’opinione pubblica, ci meritiamo davvero tutto. E lo avremo, con gli interessi di mora.

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