Riforma MADIA subito all’esame del Senato
di Davide Colombo
La delega per la riforma della Pa scavalca il decreto legge su banche e diritto fallimentare e già oggi potrebbe incassare il via libera definitivo del Senato. L’inversione dell’ordine del giorno dei lavori dell’Aula di palazzo Madama è scattata su proposta del Pd. E nel tardo pomeriggio è iniziata la discussione generale sul testo, dopo la bocciatura sulle pregiudiziali di costituzionalità avanzate da Fi, Ln, Sel e Cri. Circa 200 gli emendamenti presentati, molto meno di quelli che erano arrivati in Commissione Affari costituzionali.
Le prospettive
La ministra Marianna Madia, intervenendo nella discussione, s’è soffermata su alcuni dei punti centrali della delega: la razionalizzazione degli enti e delle partecipate. «Non un euro delle risorse pubbliche, delle tasse pagate dai cittadini, deve andare sprecato – ha affermato – e per questo aggrediamo gli enti inutili e resteranno solo le partecipate pubbliche che servono, mentre saranno eliminate quelle che sono state utilizzate come un ammortizzatore sociale e non per dare risposte ai cittadini». Quanto alle misure sul silenzio-assenso, che entreranno subito in vigore una volta pubblicata la legge, la ministra ha ribadito che si tratta di «avere uno Stato all’altezza dei bisogni di cittadini e imprese, in grado con regole e tempi certi di dire dei sì o dei no». E ha rassicurato: «la norma non è devolutiva, ma responsabilizza chi deve concedere delle autorizzazioni». Per Madia vanno in questo senso anche gli interventi per porre «dei limiti temporali alla possibilità di un’amministrazione di andare in autotutela, ovvero di cambiare idea». Sulla stessa linea anche il riordino della conferenza dei servizi, che, ha spiegato la ministra, «deve essere un luogo che semplifica, e non di rallentamento e burocratizzazione». Marianna Madia ha riconosciuto come sia passato un anno da quando il testo è stato approvato in Consiglio dei ministri, da allora «abbiamo avuto due passaggi parlamentari importanti che hanno cambiato il testo proposto dal Governo, arricchendolo».
Verso l’attuazione
Ora, è stata la conclusione, pensiamo «sia urgente passare alla fase attuativa, evitando di ripetere le abitudini del passato, per cui le leggi delega servivano per rimandare le questioni». Il testo affida al Governo una quindicina di deleghe da adottare entro i prossimi dodici mesi (solo in qualche caso la scadenza per i testi attuativi è di 18 mesi). Orientamento del Governo è di varare i primi decreti delegati già in settembre. Si partirebbe dagli articoli dedicati alla semplificazione mentre solo in un secondo tempo verranno affrontate le deleghe su dirigenza e pubblico impiego. Se oggi sarà davvero il giorno dell’approvazione definitiva della delega, per esso si preannuncia la protesta dei Forestali e delle maggiori associazioni ambientaliste e animaliste che si riuniranno al Pantheon. Nel mirino, per l’ennesima volta, il progetto di riordino che prevede la cancellazione della Guardia Forestale con il trasferimento ad un’altra polizia: «Lo scellerato progetto del governo – viene contestato – non dà certezze al futuro di chi, fino ad oggi, ha tutelato l’ambiente e contrastato i reati che lo danneggiano, lasciando in balia di non meglio precisati poteri occulti gli 8mila Forestali che ancora oggi attendono chiarezza dal ministro Martina e dal Capo del Corpo Forestale dello Stato».
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