tratto da Italia Oggi del 03.04.2020
Sostegno alimentare, 5 punti cruciali per i sindaci
di Matteo Barbero
L’ordinanza di protezione civile n. 658 del 29 marzo ha previsto l’assegnazione di 400 milioni a favore dei comuni a titolo di fondo di solidarietà alimentare. Il provvedimento pone diverse questioni tecniche per i comuni: 1) si tratta di risorse aggiuntive: l’oscura formulazione dell’art. 1 dell’ordinanza, laddove parla di anticipazione e di successivo reintegro, riguarda il bilancio dello Stato (che dovrà coprire con una legge la maggiore spesa e rifondere i soldi anticipati dal ministero dell’interno);
2) l’iscrizione a bilancio di tali somme prevede modalità differenziate a seconda che i comuni abbiano approvato o meno il bilancio. Nel primo caso, la competenza è del consiglio, salvo intervento in via d’urgenza della giunta e successiva ratifica. Anche nel secondo caso la competenza è giuntale e in base all’art. 1, comma 2, dell’ordinanza non sembra necessaria l’ok consiliare (ma la tesi non è pacifica, così come non è chiaro se occorra il parere dei revisori). Ammessa anche l’ordinazione della spesa indi somma urgenza;
3) come chiarito da Anci, le misure vanno applicate con l’obiettivo di accelerare al massimo le procedure di spesa, pur nelle difficoltà operative note che i comuni vivono a causa dell’emergenza. In tal senso va letta l’assenza in norma di disposizioni su criteri e modalità di erogazione delle misure: assicurare nell’emergenza che i comuni possano organizzarsi nel modo più vicino a soddisfare immediatamente il bisogno dei propri cittadini in stato di bisogno, anche con mezzi e strumenti già in uso e in deroga alle ordinarie norme sugli affidamenti;
4) pertanto, si ritiene possibile, tra le varie modalità, procedere con semplici modelli di autocertificazione che consentano la richiesta di accedere celermente alle misure del decreto, ai possibili aventi diritto, senza bandi e graduatorie;
5) nella definizione della platea dei beneficiari, occorrerà tenere conto della peculiarità della misura, che si differenzia profondamente dagli interventi tradizionali di sostegno.
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