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La Pa risponde civilmente del reato commesso dal dipendente che si approfitta del ruolo svolto

di Ulderico Izzo
Lo Stato o l’ente pubblico rispondono civilmente del danno cagionato a terzi dal fatto penalmente illecito commesso dal dipendente anche quando questi abbia approfittato delle sue attribuzioni e agito per finalità esclusivamente personali o egoistiche ed estranee a quelle dell’amministrazione di appartenenza, purché la sua condotta sia legata da un nesso di occasionalità necessaria con le funzioni o poteri che il dipendente esercita o di cui è titolare.

A stabilirlo è la Corte di cassazione a sezioni unite con la sentenza n. 13246/2019. Questo perché la condotta illecita dannosa e, quale sua conseguenza, il danno ingiusto a terzi non sarebbe stata possibile, in applicazione del principio di causalità adeguata e in base a un giudizio controfattuale riferito al tempo della condotta, senza l’esercizio di quelle funzioni o poteri che, per quanto deviato o abusivo o illecito, non ne integri uno sviluppo oggettivamente anomalo.

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