01.07.2015 – Decreto enti locali, i dubbi dei tecnici del Senato su aumenti Tari e blocco dei vigili urbani

Decreto enti locali, i dubbi dei tecnici del Senato su aumenti Tari e blocco dei vigili urbani

di Gianni Trovati

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Dal decreto enti locali possono arrivare aumenti della tariffa sui rifiuti, che possono a loro volta determinare effetti negativi per il gettito di imposte sui redditi e Irap perché per imprese e autonomi la tariffa rifiuti entra fra le componenti negative del reddito.

Il meccanismo

A sollevare la questione è il servizio bilancio del Senato, che nel proprio dossier(qui invece il dossier illustrativo del servizio studi) mette nel mirino la norma (articolo 7, comma 9 del Dl 78/2015) in base alla quale le mancate riscossioni degli anni precedenti, una volta trasformate in crediti inesigibili, entrano fra le componenti di costo della tariffa. Il problema (sottolineato sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 29 giugno) nasce dal fatto che la tariffa deve garantire la «copertura integrale dei costi». Se nei costi entrano anche le mancate riscossioni, chi versa la tariffa si carica anche la quota di chi non paga. La regola nasce per evitare rischi di squilibrio per le aziende dell’igiene urbana, ma può avere effetti importanti per i contribuenti. La tariffa rifiuti vale circa 8 miliardi all’anno, per cui ipotizzando (molto prudenzialmente) un tasso di riscossione del 90% la partita vale circa 800 milioni all’anno. Non tutte le mancate riscossioni si trasformano subito in crediti «inesigibili», ma anche quelli «esigibili» trovano copertura nella tariffa (fino al 5% del totale delle entrate).

«Transito» difficile per la Polizia provinciale

Il servizio bilancio storce poi il naso sulla «effettiva realizzabilità» del transito della Polizia provinciale negli organici comunali. Al di là dei profili ordinamentali, che il dossier non affronta perché si concentra solo sugli aspetti finanziari ma sono spinosi dal momento che la Polizia provinciale ha compiti diversi rispetto ai vigili urbani, la norma prevede che il «transito» avvenga nel rispetto della dotazione organica e della programmazione triennale di personale, ed estende ai vigili la regola in base alla quale la mobilità dalle Province è prioritaria e cancella le strade alternative per le assunzioni. Questo si traduce nello stop ai contratti stagionali per i vigili urbani, utilizzati abitualmente da molti Comuni turistici che per qualche mese all’anno aumentano in modo importante la popolazione servita. Questi centri, secondo i tecnici, si troverebbero quindi di fronte al bivio fra assumere a tempo indeterminato per esigenze stagionali o ridurre il servizio.

Patto di stabilità «rigido»

L’analisi del servizio bilancio dispensa poi dubbi anche sul nuovo meccanismo del Patto di stabilità, che come previsto dall’intesa di febbraio redistribuisce i carichi fra i Comuni e prevede la detrazione dall’obiettivo lordo delle somme congelate da ogni ente nel fondo crediti di dubbia esigibilità. Sul punto, i tecnici sottolineano i rischi di una sovrastima iniziale del Fondo crediti (vale 1,7 miliardi secondo i calcoli del Governo), che potrebbere compromettere gli obiettivi complessivi di finanza pubblica «in caso di svincolo e utilizzo della parte del risultato di amministrazione relativo al Fondo non necessaria». Non solo: il nuovo Patto, fondato anche su un sistema di incentivi per i Comuni più efficaci nella riscossione delle entrate e nel taglio alle spese correnti, assegna a ogni ente un obiettivo rigido, con il risultato che gli sforamenti di chi non rispetterà i vincoli di finanza pubblica non potranno essere compensati con richieste a carico degli altri.

 

 

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