Delega Madia, oggi il voto sulla dirigenza
di Davide Colombo e Marco Rogari
Le Camere di commercio scenderanno da 105 a 60 e gli accorpamenti tra gli enti dovrà essere effettuata tenendo conto di una soglia dimensionale minima territoriale di 80mila imprese. Ma un ente camerale dovrà essere garantito a ogni Regione, a ogni città metropolitana e alla province autonome di Trento e Bolzano. Inoltre è previsto che gli amministratori di questi enti riordinati prestino gratuitamente il loro mandato, mentre per i dirigenti vale il tetto massimo già introdotto per tutte le amministrazioni.
Partecipate
Via libera anche all’emendamento del relatore Giorgio Pagliari (Pd) che corregge i criteri di delega per il riordino dei servizi pubblici locali. Si prevedono incentivi favoriscono l’aggregazione delle attività e delle gestioni di servizi pubblici secondo «criteri di efficienza» e uno stop ai regimi di esclusiva (dopo una ricognizione dell’esistente) che non risultino «conformi ai principi di concorrenza». Si tiene conto, nel nuovo testo, «non solo della normativa europea, ma anche del referendum del 2011, per cui l’acqua resta pubblica», ha assicurato il relatore rispondento alla polemica dei Cinque Stelle che, invece, avevano parlato di un tradimento della volontà referendaria negli intenti di «privatizzazione di acquedotti e inceneritori». Ieri disegno di legge delega di riordino della Pa ha incassato gli ultimi voti necessari per il primo via libera definitivo della Commissione Affari costituzionali del Senato, dov’è incardinato dal lontanto agosto 2014.
Il nodo dirigenti
Oggi l’ultimo confronto sull’articolo 10 del testo, che contiene la riforma della dirigenza pubblica, poi il disegno di legge sarà trasmesso all’Aula del Senato dove le votazioni dovrebbero iniziare subito dopo Pasqua. L’ultimo articolo da affrontare è anche il più caldo. Si tratta, come detto, della riforma della dirigenza, con la licenziabilità, la mobilità, il ruolo unico, il limite a tempi e rinnovi per gli incarichi, la doppia prova per l’accesso (concorso ed esame), il superamento degli automatismi di carriera, i tetti agli stipendi e il compromesso sui segretari comunali (eliminazione dopo una fase ponte di tre anni). Ieri in Commissione prima è stata votata anche la delega per la modificazione o il taglio dei provvedimenti non legislativi entrati in vigore dopo il 31 dicembre 2011 che risultino datati e ritenuti non più funzionali all’azione di Governo. Si tratta dello strumento di alleggerimento amministrativo evocato giorni fa anche dalla ministra Maria Elena Boschi, e infatti i decreti delegati saranno adottati con un concerto tra Semplificazionee Pa e i Rapporti con il Parlamento.
Le altre misure
Altro via libera è arrivato su un emendamento che scorpora il Comitato paralimpico dal Coni rendendolo autonomo e prevedendo il passaggio del personale attualmente in forza al Coni servizi Spa. Mentre a palazzo Madama si votavano gli ultimi emendamenti al ddl Pa, davanti a Montecitorio ieri è andata in scena la manifestazione di protesta delle guardie del Corpo forestale dello Stato, per il quale è prevista la soppressione con l’assorbimento del personale in parte nella Polizia dello Stato e in parte nei Vigili del fuoco. A sostenere le ragioni del corpo anche Silvio Berlusconi, che in un nota ha parlato di «patrimonio di competenze» da non dissipare. Ma quasi tutte le opposizioni sono schierate contro la cancellazione di queste divise. Al termine dei lavori della Commissione la ministra Marianna Madia è tornata invece su un altro punto della delega che riguarda le forme di accesso alla Pa: «Quando avremo dei concorsi faremo in modo che siano puntuali, con scadenze fisse e si avrà cura del precariato storico, facendo sì che possa accedervi», con l’obiettivo alla fine di «superare il lavoro precario».
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