01/03/2019 – TARI: aggiornamento delle linee guida dei fabbisogni standard

TARI: aggiornamento delle linee guida dei fabbisogni standard

di Girolamo Ielo – Dottore commercialista/revisore contabile Esperto finanza territoriale

Il Dipartimento delle Finanze del MEF ha pubblicato l’aggiornamento delle “Linee guida interpretative per l’applicazione del comma 653dell’art. 1 della Legge n. 147 del 2013” per supportare gli enti locali che nel 2019 si misureranno con l’applicazione dei fabbisogni standard alla TARI.

Le risultanze dei fabbisogni standard. Il richiamo alle “risultanze dei fabbisogni standard” operato dal comma 653, innanzi richiamato, deve essere letto in coordinamento con il complesso procedimento di determinazione dei costi e di successiva ripartizione del carico della TARI su ciascun contribuente. E’ infatti fuor di dubbio che i comuni sono solo uno dei soggetti che partecipano al procedimento tecnico e decisionale che porta alla determinazione dei costi del servizio, che vede la propria sede principale nel piano finanziario rinnovato annualmente e redatto a cura del gestore del servizio. Il comma 653 richiede pertanto che il comune prenda cognizione delle risultanze dei fabbisogni standard del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, sulla cui base potrà intraprendere le iniziative di propria competenza finalizzate a far convergere sul valore di riferimento eventuali valori di costo effettivo superiori allo standard che non trovino adeguato riscontro in livelli di servizio più elevati o in circostanze eccezionali che incidono in modo straordinario sulla gestione.

Le linee guida 2019. Il nuovo documento, nel confermare l’impostazione delle Linee guida interpretative per il 2018, fornisce indicazioni per l’aggiornamento dei dati utili al calcolo del costo di riferimento del servizio rifiuti sulla base dell’evoluzione intervenuta nel sistema dei fabbisogni standard pertinente al servizio stesso. Come già sottolineato nelle “Linee guida” pubblicate per l’anno 2018, i fabbisogni standard del servizio rifiuti rappresentano un paradigma di confronto per permettere all’ente locale di valutare l’andamento della gestione del servizio rifiuti. Rispetto al 2018, gli elementi di novità sono costituiti dall’aggiornamento dei dati contenuti nell’Allegato 3 (Variabili considerate nella stima dei fabbisogni standard del servizio di gestione dei rifiuti solidi urbani per il 2019 aggiornate al 2016) e nell’inserimento dell’Allegato 4 che si riferisce alla nota metodologica di aggiornamento dei fabbisogni standard che recepisce la nuova base dati relativa all’annualità 2016.

Comuni che hanno già deliberato le tariffe della TARI. Per i comuni che, per l’anno 2019, hanno già approvato i propri piani finanziari e conseguentemente deliberato le tariffe della TARI non sussiste l’obbligo di rivedere detti atti.

La Tabella 2.6: metodologia. Il Dipartimento precisa che occorre sempre fare riferimento alla Tabella 2.6 riportata nell’Allegato 1 che contiene utili informazioni per poter ottemperare a quanto previsto dal comma 653 dell’art. 1L. n. 147 del 2013.

Il fabbisogno standard finale di ogni comune è il risultato del prodotto di due grandezze: il costo standard di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti; le tonnellate di rifiuti gestiti. Per l’individuazione delle “risultanze dei fabbisogni standard” si fa riferimento al “costo standard” di gestione di una tonnellata di rifiuti, calcolato sulla base di un modello statistico di regressione che mette in relazione i costi osservati in un gran numero di comuni con le rispettive variabili tecniche e di contesto che influiscono sul costo stesso. Tali variabili “componenti” colgono gli aspetti statisticamente rilevanti per la differenziazione del costo standard di riferimento – sulla base sia delle caratteristiche del servizio offerto, sia di quelle del comune – e sono riportate nella colonna 2 della Tabella 2.6.

Il parametro più rilevante è la stima di base del costo medio nazionale di riferimento per la gestione di una tonnellata di rifiuti, stima che, nel modello dei fabbisogni standard del servizio rifiuti, è rappresentata dal valore dell'”intercetta” della retta di regressione del costo per tonnellata di rifiuti. Tale valore non è variato rispetto a quello considerato per il 2018 ed è pari a 294,64 euro. Il costo standard di riferimento di ogni comune può discostarsi da tale valore base, verso l’alto o verso il basso, in ragione delle seguenti caratteristiche: la quota di raccolta differenziata rilevata in più o in meno rispetto alla media nazionale del 2013 pari al 45,3%; la distanza fra il comune e gli impianti cui vengono conferite le differenti tipologie di rifiuto, rilevata in km rispetto alla media nazionale del 2013 pari a 32,34 km; lo scostamento percentuale del prezzo della benzina rilevato a livello comunale rispetto alla media nazionale; il numero e la tipologia degli impianti presenti a livello provinciale; la forma di gestione associata del servizio; la regione di appartenenza; il cluster o gruppo omogeneo di riferimento del comune; la variabile denominata “inverso dei rifiuti urbani totali prodotti”.

Aggiornamento dei fabbisogni standard. La nota metodologica relativa all’aggiornamento dei fabbisogni standard è consultabile nell’Allegato 4 (Aggiornamento a metodologia invariata dei fabbisogni standard dei comuni per il 2019) . Le componenti del costo standard riportate nella Tabella 2.6 sono state stimate con riferimento ai dati dell’annualità 2013 (sulla base dell’ultimo aggiornamento metodologico adottato nel 2016). Conseguentemente i valori medi di riferimento per il calcolo degli scostamenti sono riferiti a tale annualità (ad eccezione del prezzo della benzina). Le componenti della Tabella 2.6 saranno soggette, di conseguenza, a variazione nel momento in cui si prenderà a riferimento una base dati più aggiornata nell’ambito di una fisiologica e periodica revisione della metodologia dei fabbisogni standard, attualmente prevista nel corso del 2019, con effetti sul 2020.

Viene precisato, che in ogni caso, la proiezione di un costo standard di riferimento va fatta tenendo conto che la tabella delle componenti di costo registra sempre una situazione del passato, mentre nella determinazione dei costi contenuti nel piano finanziario 2019 si deve considerare che molti fattori possono cambiare in quanto dipendenti dalle scelte più recenti che il comune e il gestore del servizio hanno attuato o si apprestano ad attuare nel corso dell’anno.

Allegato n. 3: risultanze comuni Regioni a statuto ordinario. Nell’Allegato 3, è riportato il cluster di appartenenza di ogni comune. Nell’Allegato 3 l’anagrafica dei comuni comprende 6.605 comuni delle regioni a statuto ordinario attivi alla data del 1° settembre 2018. Le risultanze dei fabbisogni standard sono ad oggi disponibili solo per le regioni a statuto ordinario. Pertanto, la norma recata dal comma 653 in questione non è applicabile nei confronti dei comuni delle regioni a statuto speciale. Si fa infine presente che l’Allegato 3 contiene anche i dati relativi all’anno 2015.

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