01/02/2023 – Porto di Vado Ligure, varianti illegittime

Non sono legittime le quattro varianti in corso d’opera che hanno caratterizzato l’appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori nel Porto di Vado Ligure. 

Secondo Anac, eccedono il limite del 20% dell’importo originario del contratto, margine oltre il quale la stazione appaltante Autorità di sistema portuale del Mar Ligure occidentale avrebbe dovuto risolvere il contratto e indire una nuova gara. Nella delibera dell’Autorità n. 23 del 17 gennaio 2023, nata dall’indagine annuale sulle varianti in corso d’opera, emerge anche approssimazione nell’acquisizione dei pareri necessari alla definizione del progetto, inadeguata valutazione dello stato dei luoghi e mancata correttezza del calcolo dell’equo compenso.

L’appalto in questione comprende “la completa ridefinizione delle viabilità retroportuali, la costruzione ex-novo di un fabbricato destinato ad accogliere le strutture di varco, la ristrutturazione di un edificio esistente adibito ad uffici e servizi e la realizzazione di un nuovo fabbricato per attività di supporto al sistema di controllo doganale e di verifica veterinaria/sanitaria”. È stato aggiudicato con procedura ristretta sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa all’Impresa I.T.I. Impresa Generale S.p.A. per l’importo contrattuale complessivo di 9.694.380 euro. Il contratto con l’Autorità portuale risale al 15 settembre 2016. I lavori si sono conclusi l’8 aprile 2021.

La variante n. 1

La variante n. 1 ha riguardato la necessità di realizzare una diversa pavimentazione dei piazzali a causa di una eterogeneità dei sedimi di sottofondo rilevata durante la fase di progettazione esecutiva. “Cause impreviste e imprevedibili” secondo la stazione appaltante. Secondo Anac invece no. L’esecuzione di un’adeguata indagine geognostica, da svolgere già nella fase della progettazione preliminare, avrebbe consentito di rilevare le caratteristiche meccaniche dei terreni e prevedere esigenze di consolidamento dei terreni di sottofondo. Quanto all’ulteriore aspetto della variante n.1, ovvero i lavori aggiuntivi richiesti dalla stazione appaltante per soddisfare le richieste dagli enti di controllo (Agenzia delle Dogane, ministero della Salute, Guardia di Finanza ecc), Anac ricorda che la stipula del contratto deve avvenire successivamente all’acquisizione di eventuali pareri necessari. Invece, dalla ricostruzione dell’appalto fornita dalla Stazione appaltante, si evince che la conferenza dei servizi e i relativi pareri risultano successivi al progetto preliminare posto a base di gara, all’approvazione del progetto definitivo e alla stipula del contratto del settembre 2016.

La variante n. 2

La variante n. 2 ha riguardato i rinvenimenti definiti dalla stazione appaltante “imprevisti e imprevedibili”: manufatti contenenti amianto e vasche interrate ritrovati sotto una coltre di terreno non inquinato di più di due metri in un’area in cui erano cresciuti alberi ad alto fusto. Secondo l’autorità portuale non esisteva alcun indizio visibile che facesse presumere la presenza del materiale rinvenuto. Anac sottolinea invece che, durante le verifiche svolte in fase di progettazione, era stata ritrovata una struttura in calcestruzzo e questo avrebbe dovuto indurre il progettista a svolgere un’indagine integrativa che avrebbe potuto consentire, presumibilmente, di rilevare la presenza dei manufatti ritrovati durante gli scavi della fase esecutiva dell’appalto.

 

La variante n. 3

La variante n. 3 comprende le proposte migliorative fatte dall’appaltatore e accolte dall’amministrazione per incrementare la fruibilità e la sicurezza delle opere realizzate, sia da un punto di vista tecnico sia da un punto di vista della finitura estetica. Anac tuttavia ricorda che il codice esclude dal campo di applicazione delle proposte migliorative gli appalti integrati. 

La variante n. 4

Alla variante n. 4 si arriva in seguito a nuovi ritrovamenti avvenuti durante lo scavo: manufatti interrati da demolire e smaltire (parti di vecchie costruzioni industriali, muretti, una pesa ecc.) dove è emersa la presenza di ulteriori tracce di amianto. Secondo Anac, la macroscopicità dei rinvenimenti nell’ambito della fase iniziale dei lavori, avrebbe dovuto indurre la Stazione appaltante a svolgere opportune verifiche sullo stato dei luoghi per arrivare a una compiuta caratterizzazione del suolo e sottosuolo. Non si tratta, neanche in questo caso, di “quantità impreviste e tecnicamente imprevedibili”.

La variante n. 4 comprende altri lavori aggiuntivi, anche in questo caso e sempre a detta della stazione appaltante, imprevisti e imprevedibili al momento dell’avvio del cantiere: la mancata realizzazione della vicina viabilità comunale ha fatto venir meno le condizioni di sicurezza idraulica previste per l’area dei nuovi varchi doganali quindi è stato necessario effettuare una nuova verifica idraulica delle aree inondabili dei corsi d’acqua vicini (Torrente Segno, Rio Sant’Elena) e procedere alla realizzazione di un muro di confine lungo il perimetro ovest del porto con funzione di controllo idraulico in caso di piena.  Secondo Anac, anche qui, le circostanze non erano impreviste visto che erano legate a un diverso progetto – quello della vicina via comunale – facente capo alla stessa Autorità portuale. 

A fronte degli importi della variante 2 (1.275.896 euro) e della variante 4 (2.246.130 euro), secondo Anac, si prospetta il possibile superamento del 20% dell’importo originario del contratto. E secondo l’articolo 132, comma 4 del decreto legislativo 163/2006, se le varianti eccedono il quinto (il 20%) dell’importo originario del contratto, il soggetto aggiudicatore procede alla risoluzione del contratto e indice una nuova gara alla quale è invitato l’aggiudicatario iniziale. 

Leggi la delibera

 

Delibera n. 23 del 17 gennaio 2023.pdf

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