tratto da lapostadelsindaco.it

Ancora di salvezza per i precari comunali

 01/02/2019

Anche all’interno degli enti locali sono moltissimi i precari, si calcolano infatti circa 5.200 lavoratori con Assegno sociale di utilizzo (ASU) e 2.700 in Piano di inserimento professionale  (Pip) e dall’altra parte 13.000 contrattisti degli enti locali. Per questo, alcuni giorni fa, il governo si è attivato predisponendo degli emendamenti alla legge di stabilità Regionale, in modo da permettere a numerosi Comuni di ritrovare le somme necessarie a rendere sicure le stabilizzazioni realizzate prima del 2016. Stabilizzazioni che non prevedono gli ASU e i Pip, che non rientrano negli emendamenti.

Una soluzione che non trova soddisfatti i coordinatori regionali dell’ALE UGL Sicilia, Vito Sardo e Mario Mingrino, che pretendono “risposte chiare e concrete sul problema dei ritardi nei pagamenti e sull’avvio delle stabilizzazioni”. I due coordinatori definiscono l’ultimo incontro avvenuto al Dipartimento Lavoro della Regione Sicilia una vera e propria “perdita di tempo. Uno spreco di energie avvilente”. Questo perché “gli uffici non hanno ancora un sistema di gestione dei pagamenti (ancora effettuati a mano). È evidente che in tali condizioni erogare 8.000 indennità per tempo per Asu e Pip è impossibile.” Riguardo le stabilizzazioni, invece ritengono che all’ARS ci sia da tempo la soluzione: “Ci aspettiamo che i parlamentari e il governo si mettano a lavorarci di buona lena. È una questione di volontà politica, perché le risorse ci sono. L’assunzione degli ASU, infatti, avverrebbe a saldi invariati, quindi senza nessun aggravio per il bilancio della Regione.”

Già l’anno scorso l’ARS aveva approvato la misura da 3 milioni di euro per i contrattisti degli enti locali, all’interno della legge di bilancio, come contributo speciale 2018. Una mossa per favorire quei Comuni che si erano adoperati per concludere il processo di stabilizzazione del personale titolare a contratto a tempo determinato, nel periodo tra il 1° gennaio 2010 e il 2016 (con l’entrata in vigore della legge 27 di quell’anno). Gli enti interessati si sono visti ripartire le risorse assegnate in proporzione al costo complessivo sostenuto ed erogato dall’ente tra gli anni 2010 e 2018.

“Ovviamente adesso sorge il problema per i Comuni che hanno stabilizzato i lavoratori prima dell’ entrata in vigore di questa legge, quando usufruirono di un finanziamento quinquennale, esaurito il quale hanno dovuto farsi carico al 100% dei lavoratori. L’una tantum finanziata con i 3 milioni, anche se è un passo in avanti non risolve comunque il problema. Una soluzione potrebbe essere un contributo annuale ed è una delle richieste portate avanti come FP CGIL”, spiega Clara Crocè, segretario della FP CGLI Sicilia. Il tavolo delle proposte è quindi in pieno fermento, e si spera di giungere a una soluzione che riesca a risolvere almeno in parte il problema dei precari comunali.

Articolo di Loris Pecchia

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