riforma P.A. – un articolo su Espresso.it

 

Authority, Renzi salva gli amici degli amici

Nella riforma della PA (in Consiglio dei ministri oggi) c’è una tagliola che annulla i concorsi già effettuati per le assunzioni. Ma non dice nulla sui contratti “ad personam”

di Luca Piana

12 giugno 2014

Il governo di Matteo Renzi stravolge le regole di assunzione del personale delle autorità di vigilanza, dall’Antitrust alla Consob, dall’Autorità Anticorruzione all’Authority dell’Energia. Ma, con una regola scritta ad hoc, sembra voler salvare “gli amici degli amici”, ovvero le persone assunte a chiamata diretta, magari con contratti a tempo determinato, che potranno essere regolarizzate, bocciando invece chi avesse già superato un regolare concorso, istituito con le vecchie regole e non con le nuove norme scritte dal ministro per la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.

È questo il senso di un articolo del decreto legge di riforma del pubblico impiego, che sarà portato in Consiglio dei ministri e che “l’Espresso” ha potuto consultare in bozza. Il decreto introduce infatti un nuovo concorso che si terrà con cadenza annuale, valido per «il reclutamento di personale» di una lunga serie di autorità indipendenti. Oltre a quelle già citate, sono comprese la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, l’Ivass (assicurazioni), l’Authority delle comunicazioni, quella sugli appalti pubblici e altre ancora.

Nessuna di loro potrà farsi il proprio concorso, ma dovrà «stipulare apposite convenzioni» con altri organismi in modo da accorpare i processi di selezione. Il diavolo, come spesso accade, sta nei dettagli. Nella sua formulazione attuale, l’articolo prevede infatti una specie di tagliola per i vecchi concorsi: «Sono nulle le procedure concorsuali avviate in violazione degli obblighi di cui al presente comma e le successive eventuali assunzioni», recita la bozza. Chi avesse appena superato un regolare concorso, stando alla lettera del decreto, perderebbe dunque il posto. Cosa che non accadrà invece per chi è stato chiamato dagli attuali vertici delle diverse autorità senza un concorso pubblico e con un contratto “ad personam”, che potrà essere regolarizzato in pianta stabile con le procedure brevi che oggi vengono adottate in maniera molto diffusa. Su questo aspetto, infatti, la riforma del ministro Madia nulla dice.

Se l’obiettivo dichiarato è quello di ridurre i costi – come prevede un altro comma dell’articolo, che prevede l’unificazione degli uffici amministrativi tra un minimo di almeno tre autorità indipendenti, in modo da garantire risparmi pari al 10 per cento dei costi attuali entro il 2015 – il risultato immediato appare dunque discutibile: fuori chi ha appena superato un concorso, dentro gli “amici degli amici”.

 

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