Lo Stato talent show

Lo Stato talent show

di Massimo RIBAUDO

Come al solito, gli italiani – Collodi è il nostro profeta – hanno scelto un passaggio sulla carrozza dell’Omino di Burro. Il grassoccio ed untuoso ex sindaco di Firenze.

Siamo in democrazia – una democrazia che non tiene fede a due sue pilastri: la libera informazione e la possibilità di un’ alternativa – e quindi il passaggio storico va accettato e descritto.

Non c’è lavoro, non c’è industria, non c’è innovazione, non c’è cultura ed istruzione. Fatevene una ragione, dopo la distruzione delle istituzioni scolastiche ed universitarie.

E quindi il Presidente del Consiglio Matteo Renzi non ha colpe. Decide, per amore del potere, di gestire tutto questo. Non di cambiarlo, non di generare vera modifica dei rapporti sociali ed economici, ma di preservare elités completamente decadute che gli pagano lo stipendio per avere Calderoli, Finocchiaro e Berlusconi ancora in grado di arroccarsi a salvare i loro piccoli feudi economici e politici.

E Matteo Renzi ha creato un magnifico sistema per ripagarli. Ha preso il format degli “Amici di Maria” e lo sta trasformando in legge e costituzione dello Stato.

Renzi è riuscito a distruggere la sinistra. (Che era moribonda. Diciamo che l’ha seppellita). Costituzionalizza e rende Stato la diseguaglianza, il curriculum famigliare, senza più regole certe, senza più concorsi valutabili, ma solo con l’arbitrio di chi ha potere.

Le sue riforme toccano diritti di intere categorie professionali del pubblico impiego. Un ente locale potrà assumere a tempo determinato, senza concorso, dirigenti generali a iosa. Basta che siano fedeli. Anzi, fedelissimi. Nominerà un senato fedelissimo. Un pubblico pagante.

Benvenuti alle infornate di incapaci.

E pensate a cosa succederà nell’amministrazione sanitaria. Tre, quattro Regioni italiane saranno rese esterne alla Stato di diritto ed in balia degli interessi personali mafiosi e familistici.

Si sta togliendo il valore legale del titolo di studio ed alle concrete capacità. Senza dimenticare che il presidente del Consiglio si sta facendo, niente di più e niente di meno, norme e normine, ad personam, in vista della udienza corte dei conti del 14 settembre che lo vede imputato in solido per danno erariale pari a 1.800.000,00 euro per aver ” nominato” 5 direttori generali quando era presidente provincia di Firenze. La legge ne ammetteva uno solo e con particolari titoli.

Le sue controriforme della pubblica amministrazione, del Senato, ma sopratutto del suo partito, il Partito che continua a definirsi democratico – mentre sta distruggendo la democrazia, come il Popolo delle libertà ha annullato ogni libertà del singolo – sono tutte all’ insegna dell’appartenenza a clan locali e professionali. Avrai un lavoro, se sei “amico di”.

Se sei simpatico e sorridente ai giurati. Se sai eseguire cover con la giusta intonazione.

Per carità . Guai ad essere creatori ed innovativi. Puoi cantare come Vasco Rossi, ma non ti permettere di essere veramente nuovo. Non te lo permetteranno.

I dirigenti della pubblica amministrazione, nominati dai politici, nominati dal partito, nomineranno il loro clan senza bisogno di concorsi. Senza bisogno di criteri di valutazione che non siano la capacità di portare voti. Come ? Non è importante.

Sai fare sesso, hai amici su Facebok, sei carino, carina, hai un tuo entourage di sodali ? Vai benissimo. Tu, parla. Tu evoca ideali o sogni. Evoca narrazioni, le più stupide possibili. Canta sopratutto. Canta la voglia di nuovo, la speranza eterna, l’ amore. Balla nel grano, dove notoriamente ci si ferisce per gli sterpi, e urla che avrai tutto, come nelle pubblicità . Urla che vuoi una scuola eccellente per tutti. Non te la daranno, comprando armi, ma tu canta. Che tanto ci pensano coloro che hanno davvero potere a farli diventare incubi, i sogni.

E a farti comprare la tua vita un tanto al chilo chiedendoti una tariffa di abbonamento per ogni tuo diritto, a farti pagare le stesse tasse di un miliardario. Ma tu, canta. Purtroppo non avrai Raffella Carrà, in giuria, ma Graziano Del Rio…

 

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