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Abstract [It]: Il contributo prende in esame la crescente complessità del giudizio di parificazione dei rendiconti rivolto a vagliare la legittimità delle partite di entrata e di spesa, dei relativi titoli (provvedimenti amministrativi e contratti) e delle leggi di spesa presupposte allo scopo di accertare il rispetto degli equilibri di bilancio mediante un procedimento a struttura binaria assistito dalle garanzie della giurisdizione contenziosa idoneo a determinare effetti cogenti e conformativi sui controllati. Da ciò discende l’esigenza di assicurare adeguate garanzie processuali alle Regioni (effettiva posizione di parità rispetto al Pubblico Ministero contabile; rispetto del contraddittorio). Vengono quindi prese in esame talune asimmetrie nel giudizio di parificazione avente ad oggetto da un lato i rendiconti delle Regioni e, dall’altro lato, il rendiconto generale dello Stato, anche in ordine alla formazione del “giudicato contabile”. È infine approfondito il recente ampliamento “per oggetto” e “per parametro” dell’accesso della Corte dei conti in sede di parifica alla giustizia costituzionale e i relativi profili in ordine agli effetti normativi e temporali della declaratoria di incostituzionalità. Dall’analisi condotta discende il rilievo assunto dal procedimento di parifica e dai controlli di legittimità-regolarità dei conti, capaci di determinare una rinnovata ausiliarietà della Corte dei conti, non più confinata alla funzione del controllo-referto, ma estesa all’accertamento in forma giudiziale di fatti giuridico-contabili a presidio della legalità finanziaria e nell’interesse dei principi costituzionali di volta in volta rilevanti.

 

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