23/11/2018 – La buona p.a. deve vigilare su ciò che fanno i vertici

La buona p.a. deve vigilare su ciò che fanno i vertici

di Santo Fabiano

Una buona organizzazione ha bisogno di buoni «capi». Il capo, infatti, è un contaminatore di stile, un portatore sano di «tratti» e «buone prassi». È dal capo che si riceve l’immagine dell’organizzazione. Ed è da lui che si ricevono valori di riferimento: un capo puntuale, genera collaboratori puntuali; un capo motivato ed entusiasta, contamina in tal senso il gruppo con cui lavora. Ma, al contrario, un capo demotivato, senza valori o senza rispetto per gli utenti, promuove questa cultura all’interno del suo ufficio. Se usiamo la teoria dell’imprinting, i cui primi studi risalgono a Konrad Lorenz, si comprende che i soggetti di un contesto sono portati a identificarsi con la persona più importante. Ciò è stato confermato, qualche anno dopo, da Berne che ispirò quello che sarà definito il «management transazionale», cioè l’influenza del capo come «genitore» (nella triade insieme alle componenti del «bambino» e dell’ «adulto»), inteso come soggetto di riferimento capace di generare valori, regole e stili che influenzano il comportamento di ciascuno che le recepisce e interpreta in relazione alla propria condizione personale (emotiva).

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