Print Friendly, PDF & Email

Per i nuovi contratti va accantonato l’1,3% del monte salari rivalutato  

di Vincenzo Giannotti – Il Sole 24 Ore Lunedì, 05 Novembre 2018

Le disposizioni contenute nella legge di Bilancio 2019 ora all’ esame del Parlamento prevedono specifiche risorse economiche per i rinnovi contrattuali per il periodo 2019-2021. Secondo la relazione tecnica, per i settori non statali del pubblico impiego queste risorse valgono 940 milioni sul 2019, 1,2 miliardi sul 2020 e 1,415 miliardi sul 2021. Il meccanismo anticipa gli importi della vacanza contrattuale con due successive tranche, da calcolare rispetto agli stipendi tabellari, per un importo pari allo 0,42 per cento dal 1° aprile 2019 al 30 giugno 2019 e allo 0,7% a decorrere dal 1° luglio 2019. Sempre in conto anticipazione degli importi stanziati nei bilanci di previsione si prevede che, fino al loro riassorbimento a chiusura del contratto nazionale, continuerà ad essere applicato l’ elemento perequativo la cui scadenza è attualmente prevista al 31 dicembre 2018.

Fra gli importi che devono essere sicuramente inseriti nei bilanci triennali di previsione c’ è quindi prima di tutto lo stanziamento per finanziare l’ indennità di vacanza contrattuale. Seguendo le indicazioni della legge di Bilancio 2019, gli enti locali dovranno prevedere dal 1° aprile al 30 giugno un importo mensile di vacanza contrattuale che varia da 5,97 euro mensili per la categoria A1 fino a 8,91 euro mensili per la categoria D6. Questi importi aumenteranno, a partire dal 1° luglio prossimo, da un minimo di 9,95 euro mensili per la categoria A1 fino a un importo massimo di 14,85 euro per la categoria D6.

Il tutto fino al loro riassorbimento una volta sottoscritto in via definitiva il contratto nazionale. Un secondo tassello certo è rappresentato dall’ elemento perequativo. A causa della sua scadenza al 31 dicembre 2018 si prevede che questo aumento temporaneo debba continuare a essere corrisposto fino alla sottoscrizione definitiva del contratto nazionale. Si tratta di un importo minimo di 2 euro mensili per la categoria D6 per giungere ad un massimo di 29 euro mensili per la categoria A1 meno elevata, in base alla progressione contraria prevista dall’ ultimo contratto che aumenta le somme al diminuire della fascia retributiva.

A offrire le indicazioni generali su queste due voci è ancora la relazione tecnica alla manovra. Le risorse per la vacanza contrattuale per il complesso dei settori non statali sono stimate in 235 milioni di euro nel 2019 e di 348 milioni di euro per gli anni 2020 e 2021; l’ elemento perequativo, all’ interno dello stesso bacino che comprende 1,4 milioni di dipendenti, vale invece 285 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2021) Gli enti locali possono poi calcolare anche l’ ulteriore differenziale prodotto dagli stanziamenti nazionali per il rinnovo dei contratti, che si riflettono in un obbligo di accantonamento proporzionale per i settori non statali che finanziano i rinnovi con i propri bilanci.

La stima deve essere ovviamente basata sul monte salari 2016 rivalutato del 3,48% tendo conto degli incrementi del precedente contratto. Le indicazioni puntuali arriveranno con Dpcm. Ma per il 2019 è prudente stimare un valore di accantonamento pari al circa l’ 1,3 per cento del monte salari 2015 cui andranno sottratti, in quanto considerate mere anticipazioni, gli importi stanziati sia per la vacanza contrattuale sia per l’ elemento perequativo. Questa percentuale di accantonamento aumenta al 1,65 percento per il 2020 per giungere al massimo del 1,95% per il 2021, sempre da calcolare al netto degli importi relativi alla vacanza contrattuale e all’ elemento perequativo.

Torna in alto