20/07/2018 – Decreto dignità: Inps e Governo, fate la cortesia di rendere trasparenti dati e valutazioni?

Decreto dignità: Inps e Governo, fate la cortesia di rendere trasparenti dati e valutazioni?

Scrive il Servizio Bilancio della Camera, a proposito del “decreto dignità” che ha avviato il suo iter di conversione in legge:

4. Procedimento di quantificazione

Tanto premesso, per quanto attiene al procedimento di quantificazione illustrato dalla relazione tecnica, appare necessario acquisire ulteriori elementi a sostegno delle ipotesi sottostanti l’individuazione degli effetti onerosi prima descritti.

In particolare, si evidenzia che la RT non esplicita gli elementi alla base della previsione di una quota, indicata nella misura del 10 per cento, dei soggetti che, allo scadere del termine di 24 mesi, non troverebbero altra occupazione. Ai fini della verifica di tale parametro, che influenza la stima degli effetti ascritti alle disposizioni in esame, sarebbe necessario acquisire gli elementi di carattere statistico e previsionale, anche attinenti al quadro macroeconomico complessivo e agli andamenti del mercato del lavoro, che giustificano la scelta del predetto parametro e, quindi, l’indicazione di un numero di soggetti interessati pari a 8.000 unità per ciascun anno dell’orizzonte temporale decennale indicato dalla RT.

Si rileva altresì che gli effetti in questione appaiono, dal tenore letterale della RT, riferiti  esclusivamente alla riduzione a 24 mesi della durata dei contratti e non alle altre innovazioni introdotte. In proposito appare opportuno acquisire una conferma.

Con riguardo al numero dei contratti a tempo determinato attivati – indicato dalla relazione tecnica in 2 mln al netto dei lavoratori stagionali, agricoli e P.A., e compresi i lavoratori somministrati) – andrebbero acquisiti elementi di raccordo rispetto alle statistiche diffuse dall’INPS sui nuovi rapporti di lavoro a termine attivati nel 2017, indicati in circa 4,5 mln al netto di quelli relativi ai settori dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dei settori dell’amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza sociale.

Per quanto attiene inoltre agli effetti previsti sulla spesa per l’erogazione della Naspi in conseguenza della riduzione della durata dell’istituto (maggiore spesa per il 2018 ed il 2019 e minore spesa dal 2020), ai fini della verifica delle stime riportate dalla RT andrebbero acquisti gli elementi ad esse sottostanti con particolare riguardo all’importo medio della Naspi utilizzato per la quantificazione e alla distribuzione dei contratti per classi di durata.

Infine, con riguardo agli effetti fiscali, che contribuiscono, dal 2019, alla riduzione dell’effetto netto di minore entrata contributiva attribuito alle norme in esame, si osserva che la relazione tecnica non esplicita gli elementi di calcolo considerati ai fini della stima. Quest’ultima dovrebbe infatti includere sia la variazione di gettito connessa al previsto andamento della spesa per NASPI sia l’incremento di gettito attribuibile alla riduzione dell’ammontare dei contributi versati che, in base alla vigente normativa, risultano deducibili dalla base imponibile. Andrebbero acquisiti chiarimenti in proposito tenuto conto che la relazione non fornisce separata evidenza di tali componenti e non esplicita i parametri di calcolo ad esse sottostanti“.

Ora: è mai possibile che da giorni e giorni si assiste a batibecchi come i famosi capponi di Renzo sui dati, senza che nessuno sin qui sia entrato nel merito della spiegazione nè delle critiche, nè delle basi di analisi?

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