20/07/2018 – Buoni pasto: i danni dalla bulimia da accentramento delle gare d’appalto

Buoni pasto: i danni dalla bulimia da accentramento delle gare d’appalto

L. Oliveri (La Gazzetta degli Enti Locali 20/7/2018)

“Le vicende legate al mega appalto di servizi da un miliardo circa per i buoni pasto ai dipendenti pubblici sono la conferma di quanto sbagliata sia la strada intrapresa anni addietro verso la centralizzazione forzata degli appalti.

I fatti di cronaca ci raccontano che la Consip ha disposto la risoluzione della convenzione con Qui! Ticket nelle Regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Lazio “per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali”.

Gli inadempimenti principali consistono nei ritardi enormi con i quali il vincitore della gara pubblica di Consip paga agli esercenti convenzionati il controvalore dei buoni pasto. Sempre le cronache ci informano che dall’inizio dell’anno in tutta Italia bar e ristoranti sono ai ferri corti con Qui per i mancati o tardivi rimborsi. Finché, in particolare dalla primavera, una gran parte degli esercenti, compresi i supermercati hanno deciso di non accettare più i buoni pasto dell’appaltatore Consip.

Pertanto, i dipendenti pubblici si ritrovano in mano buoni o tessere magnetiche che non valgono nulla e, quindi, privi dei buoni pasto.

Ora, è perfettamente noto che non sempre negli appalti tutto va liscio. Al di là dei problemi congeniti delle gare, vi è poi la fase davvero delicata dell’esecuzione, che nasconde continue insidie.

Gli inadempimenti sono sempre dietro l’angolo. La pubblica amministrazione, per altro, non può certo vantarsi di fare da esempio, perché è la prima a tardare nell’esecuzione delle proprie controprestazioni, cioè i pagamenti.

Tuttavia, non infrequenti sono anche gli inadempimenti degli operatori economici, come appare fisiologico.

Il problema specifico, nel caso di specie, sta nel gigantismo dell’appalto…”

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