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Discussione libera proposta da AB: il 11/04/2014 alle ore 18:31

ex ore tuo te iudico: la cultura istituzionale dell’UNSCP

L’Unscp prende posizione sul caso Lodi; il comune il cui Consiglio comunale ha approvato nelle scorse settimane un ordine del giorno che “… impegna il sindaco e la giunta a promuovere ulteriori iniziative di approfondimento … al fine di verificare la possibilità di interventi normativi … che contemplino la riforma del ruolo del segretario generale, riconoscendone l’assimilazione a quella di un dipendente con inquadramento dirigenziale da individuare tra quelli già in servizio presso gli enti, allo scopo di favorire una migliore organizzazione dell’attività amministrativa e significativi risparmi di spesa …”.

Ovviamente il documento – che ho appena letto in tutta fretta mentre sono in giro  – ripropone tutte le notorie argomentazioni a sostegno della necessità della figura del Segretario quale “figura che di la massima garanzia di competenza e professionalità“… ma non evita di cadere in qualche grossolana contraddizione.

Chi lo dice che la “professionalità” (“la competenza e la specializzazione professionale”, recita il documento) si acquista soltanto attraverso l’accesso ad un Albo pubblico? E’ una petizione di principio…. i comuni potrebbero, nella loro autonomia, prevedere percorsi selettivi anche più severi e percorsi formativi anche più rigorosi e “performanti” di quelli attualmente previsti per i segretari….

E chi lo dice che non ci sono negli enti locali professionalità di assoluto valore, in qualche caso (il mio) anche superiori a quelle del segretario?

Allora non è la “presunta”, “pretesa” “professionalità” (concetto che non offre grandi fondamenti giuridici) che deve fondare la “specificità” del segretario comunale…. Caro Ricciardi, dovrebbero essere le funzioni cui dovrebbe essere chiamato per legge a svolgere, a caratterizzarlo e a renderlo riconoscibile.

Pensa ai magistrati, non rivendicheranno mai la  dignità del loro ruolo solo in base al rigore degli studi svolti o del percorso selettivo seguito ma lo fanno piuttosto in base al loro “status” ed alla riconoscibilità, piena univocità ed autorevolezza delle funzioni che essi sono chiamati a svolgere.

Ma, come si dice? In cauda venenum… alla fine tutto il discorso contenuto nel documento comunque cade quando si legge: “Alla luce di ciò chiediamo al sig. Ministro dell’Interno ed al sig. Presidente dell’ANCI di preservare un sistema che è posto da sempre a presidio del buon funzonamento degli enti”….. Ecco che emerge tutta la sudditanza culturale ed il deficit di cultura istituzionale del sindacato.

A chi ci si appella? Al ministro degli interni e – udite, udite – al presidente dell’ANCI!

Sul primo ci possiano pure stare ma sul secondo…..

 

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