25/03/2020 – Effetti dell’istanza di sanatoria sull’ordine di demolizione dell’abuso edilizio

Effetti dell’istanza di sanatoria sull’ordine di demolizione dell’abuso edilizio
martedì 24 marzo 2020 – a cura della Redazione Wolters Kluwer
 
 
Quando è emesso un ordine di demolizione e l’interessato proponga un’istanza di sanatoria, il provvedimento repressivo continua a produrre effetti, sicché, da un lato, il soggetto sanzionato mantiene l’interesse a proporre ricorso (quindi su di lui grava un onere di tempestiva impugnazione) e, dall’altro, l’amministrazione può portare senz’altro ad esecuzione il proprio provvedimento, anche se costituisce una regola di buona amministrazione (al fine evitare responsabilità ove sia demolito un manufatto assentibile ex post) che l’esecuzione materiale dell’atto sia preceduta dalla reiezione dell’istanza di sanatoria, il che non comporta tuttavia sul piano squisitamente giuridico la neutralizzazione dell’efficacia dell’ordine di demolizione. In tema di abusi edilizi la mera inerzia, anche prolungata, da parte dell’amministrazione nell’esercizio dei propri poteri di controllo del territorio non è idonea a far divenire legittimo ciò che è sin dall’origine illegittimo e conseguentemente il trascorrere del tempo non può certamente radicare un affidamento di carattere legittimo in capo al proprietario dell’abuso. In caso di interventi eseguiti in parziale difformità, la sanzione pecuniaria prevista dal secondo comma dell’art. 34 del D.P.R. 380/2001, costituisce una deroga alla regola generale della demolizione negli illeciti edilizi prevista dal primo comma e, dunque, può essere applicata solo qualora sia oggettivamente impossibile effettuare la demolizione delle parti difformi senza incidere sulla stabilità dell’intero edificio. Lo stabilisce il Consiglio di Stato, sez. II, sentenza 18 marzo 2020, n. 1925.

 

 

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