21/03/2020 – Giunte e consigli in videoconferenza

Giunte e consigli in videoconferenza
Giunte e consigli comunali si potranno tenere in videoconferenza. La situazione di emergenza determinata dal virus Covid-19 ha indotto il legislatore a rendere esplicitamente ammessa una modalità di tenuta delle sedute degli organi collegiali degli enti locali nei confronti della quale vi era un’estesissima diffidenza, nonostante la tecnologia da tempo permetta agevolmente di organizzare sedute collegiali alle quali i componenti partecipino da remoto.

Il d.l. “cura Italia”, all’articolo 73 comma 1, enuncia il fine che ha permesso al legislatore di sbloccare tali possibilità: “contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020”.

Gli enti locali, quindi, laddove non abbiano già regolamentato autonomamente la fattispecie (il decreto, quindi, indirettamente conferma che anche da prima le amministrazioni locali avrebbero potuto – e forse dovuto – prevedere le videonferenze per i propri organi) possono riunirsi in videoconferenza “nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati dal presidente del consiglio, ove previsto, o dal sindaco”.

Come si nota, quindi, il decreto rimette ad atti monocratici del presidente del consiglio, per le riunioni dei consigli, e del sindaco per il caso delle giunte comunali (nelle province e città metropolitane la riforma Delrio ha abolito le giunte), la regolamentazione delle sedute da remoto. 

Quindi, non occorre nessun regolamento. Gli organi monocratici competenti possono adottare un proprio atto, nella forma e denominazione che meglio riterranno opportune, per dettare le regole del gioco.

I criteri da rispettare sono molteplici. Si richiede la trasparenza: deve ovviamente essere garantito ai componenti dei collegi di conoscer adeguatamente gli argomenti e di approfondirli. La tracciabilità è assicurata sia dalla verbalizzazione a cura dei segretari (che a loro volta potranno lavorare da remoto), sia da modalità di registrazione e conservazione dei files derivanti. Ancora, il decreto richiede “sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti”: ad esempio, chiedere che i componenti esibiscano in modo visibile il proprio documento di identità, oppure rispondano con un codice ad una mail mandata al momento dell’appello. Infine, si richiede adeguata pubblicità delle sedute “ove previsto, secondo le modalità individuate da ciascun ente”. Se l’ente, quindi, abbia già disposto in materia di trasmissione in streaming delle sedute, si dovrà cercare di assicurare ancora questo strumento. Oppure, si può fare ricorso all’impiego dei social che mettono a disposizione in vario modo la trasmissione di dirette. Ovviamente, questo vale solo per le sedute dei consigli, perché quelle delle giunte sono segrete.

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