29/06/2020 – La digitalizzazione solo sbandierata. L’esempio paradossale della carta di identità “elettronica”. Uno smart working funzionante è utile soprattutto ai cittadini, più che alla PA

La digitalizzazione solo sbandierata. L’esempio paradossale della carta di identità “elettronica”. Uno smart working funzionante è utile soprattutto ai cittadini, più che alla PA
 
La Stampa del 26.6.2020 riporta la seguente notizia in cronaca locale: “Torino, dodici chilometri per una carta d’identità”.
E’ il racconto della trafila tra il dantesco ed il kafkiano cui è stato costretto un cittadino per ottenere la carta di identità.
Dover ancora oggi recarsi di persona presso gli uffici demografici fa platealmente a pugni con i molti proclami su digitalizzazione e smart working.
In tempi non sospetti e nei quali nemmeno si immaginava la pandemia da Covid-19 chi scrive ebbe modo qui (La digitalizzazione in punta di penna d’oca) di evidenziare il metodo assurdo stabilito dalla normativa vigente per rilasciare le carte di identità.
Un modo organizzativo dal quale non possono non derivare tempi di attesa spaventosi per l’appuntamento on line, o file chilometriche per chi non possa attendere mesi allo scopo di ottenere il servizio.
I metodi per consentire il rilascio tutto on line del documento ci sono e nell’articolo richiamato sopra sono ipotizzati.
A distanza di tre anni, quei metodi risulterebbero ulteriormente agevolati e favoriti dallo sviluppo esponenziale dello SPID e degli strumenti di videochiamata e videoconferenza.
I dipendenti delle anagrafi potrebbero rilasciare le carte di identità anche in lavoro agile, da qualsiasi postazione; l’appuntamento potrebbe essere tranquillamente essere gestito da remoto; le fotografie digitalizzate e scambiate mediante piattaforma informativa; le firme potrebbero essere digitalizzate.
Soprattutto, ai cittadini si consentirebbe di avere tempi di attesa per le prenotazioni molto più brevi, perchè una procedura on line durerebbe molto meno di un rilascio di persona, con i metodi in parte ancora arcaici in vigore.
Se la digitalizzazione è solo sbandierata, ma costringe le persone a prenotazioni dopo mesi o a file di chilometri, essa è del tutto inutile e controproducente.
Troppe procedure sono state pensate in modo che la telematica sia solo un modo per automatizzare i documenti e poco più, non per rivedere completamente il processo produttivo, i modi ed i tempi.
E’ necessario che siano impostate in modo da permettere una negoziazione completamente da remoto. In questo modo, risulterebbe molto chiaro anche a chi inspiegabilmente critica lo smart working nella PA che esso risulterebbe utile soprattutto ai cittadini, risparmiando loro file, spostamenti, costi.

 

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