28/02/2020 – Sindaci, aumenti pagati dal comune

Sindaci, aumenti pagati dal comune
di Francesco Cerisano
 
 
Gli aumenti di stipendio a favore dei sindaci dei piccoli comuni li pagheranno in massima parte gli stessi municipi. Lo Stato, infatti, arriverà a corrispondere al massimo 3.289,13 euro all’anno a favore di ciascuno dei 1.614 comuni fino a 1.000 abitanti aventi diritto e 2.366,97 euro all’anno a favore dei 1.982 enti fino a 3.000 abitanti. Una cifra che spalmata su 12 mensilità fa 274 euro al mese nei comuni fino a 1.000 abitanti e 197 euro al mese in quelli fino a 3.000.
Tutto il resto dovrà essere a carico del bilancio del comune.
E non sarà poco, visto che il decreto fiscale 2019 (dl n.124) ha incrementato fino a 1.659,38 euro la misura mensile dell’indennità di funzione spettante dal 1° gennaio 2020 ai sindaci dei comuni fino a 3.000 abitanti.
Con questa grande incognita arriva oggi sul tavolo della Conferenza Stato-città lo schema di decreto del ministero dell’interno Luciana Lamorgese (di concerto con il titolare del Mef Roberto Gualtieri) che ripartisce tra gli enti aventi diritto il fondo di 10 milioni di euro annui istituito presso il Viminale proprio allo scopo di finanziare gli aumenti di stipendio dei sindaci dei piccoli comuni.
La misura è stata inserita nel dl 124/2019 per assicurare una sorta di «reddito minimo» ai primi cittadini dei piccoli comuni che oggi percepiscono indennità irrisorie, in alcuni casi inferiore per entità al reddito di cittadinanza.
«Avere ottenuto la disponibilità economica già nella legge di bilancio per innalzare le indennità di questi sindaci valorosi è stata una grande vittoria dell’Anci», aveva commentato Roberto Pella, vicepresidente vicario dell’Associazione dei comuni che da tempo ha inserito il tema delle indennità dei sindaci al centro della propria piattaforma rivendicativa.
Il decreto legge ha innalzato l’assegno per i sindaci fino a 3.000 abitanti incrementandolo fino all’85% dell’indennità spettante ai sindaci degli enti fino a 5.000 abitanti, ossia fino a 1.659,38 euro mensili. Gli aumenti, che spetterà alle giunte comunali approvare con delibera, non potranno spingersi oltre tale limite.
Ma i comuni, che decideranno di gratificare i propri primi cittadini con un reddito più dignitoso dell’attuale, dovranno investire non poche risorse per farlo, stornandole da altri capitoli di spesa, visto che con i contributi statali riusciranno a pagare al massimo due indennità mensili. Su questo la bozza di decreto Viminale-Mef non lascia spazio a interpretazioni: «l’incremento eccedente», si legge, «è posto a carico del bilancio del comune».

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto