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Mancano i segretari, Comuni paralizzati
 
Segretari comunali introvabili e i Comuni vanno verso la paralisi: è il termine che martedì scorso, in Prefettura a Verona, hanno usato tutti i sindaci di Angiari, Bosco Chiesanuova, Roncà e Fumane convocati dal Prefetto di Verona Donato Cafagna. A lui, nei mesi scorsi, i sindaci hanno lanciato l’allarme per una situazione che sta bloccando l’attività amministrativa di molti paesi e il prefetto ha messo a disposizione la massima sede istituzionale possibile, la prefettura, per farli incontrare con Sebastiano Cento (vicario del prefetto di Venezia), Alfonso Squitieri (responsabile dell’albo dei segretari comunali in Veneto), Francesco Corsaro (segretario comunale nel Veronese ma anche rappresentante sindacale di categoria) e Davide Benedetti, sindaco di Brenzone delegato dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci). «L’ultima volta che abbiamo fatto Giunta era il 16 dicembre», esordisce Lorenzo Ruggeroni (Roncà). «Non posso aprire le procedure di mobilità per sostituire un tecnico dell’ufficio tecnico», spiega, «non posso andare avanti col bilancio, con le opere pubbliche né tanto meno con la richiesta di un mutuo che mi serve. Sono alla ricerca disperata di un segretario e propongo di far rientrare temporaneamente, e su base volontaria, i segretari andati in pensione». Furioso è Antonino Puliafito, sindaco di Angiari: «Elemosino un segretario qui e uno là, e telefono troppo spesso al segretario andato in pensione. Mi sento abbandonato dallo Stato, non tutelato e non sono l’unico: so di almeno un’altra trentina di sindaci che sono messi come me. Siamo pronti a scendere a Roma a riconsegnare la fascia tricolore perché è se oggi siamo in ginocchio, è perché questo problema si è trascinato per anni. Ho la mano che trema ogni volta che metto una firma e faccio notte in Comune per studiarmi le carte e non finire in galera. Io mi sono fatto un’assicurazione ad hoc, ma come posso pensare che ci sia un dipendente pronto ad assumersi i rischi che mi prendo io?». Il riferimento è alla possibilità di assegnare ad un dipendente con le carte in regola, e cioè categoria D e laurea in giurisprudenza o equipollenti, l’incarico di vice-segretario, proposta contenuta anche in un emendamento al Decreto Milleproroghe votato giovedì. «Avrebbe senso se un segretario ci fosse», considera Ruggeroni, «ma anche volendo, nel mio organico, ad esempio, un dipendente con queste caratteristiche non c’è». Altra ipotesi, cioè quella di portare a 4 il numero di scavalchi massimi di un segretario: «Non credo sia scontato», osserva Puliafito, «trovare chi si presta». Per Daniele Zivelonghi, sindaco di Fumane, «questi sono tutti tamponi: qua bisogna solo accelerare i concorsi perché il tempo rema contro. Ma non dimentichiamoci che non tutti i Comuni possono permetterselo, un segretario perché è a carico del Comune ed è una voce che incide sull’equilibrio di bilancio e i Comuni dovrebbero consorziarsi». Zivelonghi si dice fortunato: «Ho un segretario a scavalco che mi consente di fare una Giunta al mese, un Consiglio comunale ogni due-tre mesi e, quando può, viene anche il sabato. In realtà siamo alla paralisi sostanziale e non si può pensare di improvvisarsi segretari, visto che bisogna essere esperti in diritto amministrativo. La realtà è che ce ne vorrebbe uno in ogni Comune». E invece «senza un segretario o senza competenze, tutto ricade sui dipendenti e sul sindaco. Anche un dubbio impossibile da chiarire subito con un parere tecnico blocca tutto: nei Comuni la figura di coordinamento del segretario è indispensabile», incalza Giorgia Zanini, vice sindaco di Bosco Chiesanuova che il segretario a scavalco lo vede una volta al mese. Le istanze e le possibili soluzioni saranno ora messe in ordine in un documento che sarà sottoscritto da tutti i sindaci per essere poi inviato al prefetto Cafagna assieme alla richiesta di farlo arrivare al ministero dell’Interno. Su una cosa tutti i sindaci concordano: «Dobbiamo dire grazie al prefetto Cafagna per essersi fatto carico del problema, aver disposto il blocco delle mobilità e aver offerto questo fondamentale contesto istituzionale per affrontarlo». •
Paola Dalli Cani

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