06/04/2020 – Coronavirus – Bilanci, l’emergenza dribbla i dodicesimi

Coronavirus – Bilanci, l’emergenza dribbla i dodicesimi
di Anna Guiducci e Patrizia Ruffini
 
A rischio la gestione dell’esercizio provvisorio durante l’emergenza. Gli enti che non hanno approvato il preventivo 2020/22 devono gestire gli stanziamenti di competenza previsti nell’annualità 2020 del bilancio 2019/2021, i cui valori sono oggi profondamente modificati dall’emergenza sia per le entrate sia per le spese. La crisi impone di rivedere la programmazione per tener conto dei nuovi scenari socio-economici e dei modificati fabbisogni di risorse in uscita. E genera “buchi” di entrate programmate o sperate, dei quali è necessario tener conto in fase di formazione del bilancio di previsione.
Occorre registrare le ripercussioni sui tributi minori (tassa occupazione suolo pubblico ad esempio) e sull’addizionale Irpef. Da considerare anche il gettito dell’imposta di soggiorno e, conseguentemente, la spesa così finanziata. L’articolo 4 del Dlgs 23/2011 stabilisce infatti un vincolo al gettito per finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, e la manutenzionedei beni culturali e ambientali, e dei relativi servizi pubblici locali. Da tener presente anche la flessione delle entrate da refezione scolastica, asili nido, servizi ricreativi e culturali, fiere, mercati, multe e parcheggi.
Tra le maggiori spese quella relativa all’organizzazione della protezione civile e dei servizi di supporto alla spesa, e gli interventi di sostegno a vario titolo ai diversi settori produttivi.
Uno spiraglio utile arriva dalla decisione di Cdp sulla rinegoziazione dei mutui, che si tradurrà nel far pagare alle prossime due scadenze del 30 giugno e del 31 dicembre solo la quota di interessi. L’operazione porterà a un doppio beneficio. Innanzi tutto l’immediata disponibilità di risorse (da utilizzare senza vincoli di destinazione, in base alle norme vigenti) che ammontano nel 2020 a 1,1 miliardi. Inoltre ci sarà la prospettiva di riduzione delle rate future, per l’allungamento della durata di molti mutui esistenti.
Di scarso aiuto sono invece le misure approvate con il decreto 18/2020, relative all’utilizzo dei proventi delle concessioni edilizie per il finanziamento di spese correnti connesse con l’emergenza in corso e la facoltà, riservata agli enti che nel frattempo approveranno il rendiconto 2019, di utilizzare per stesse finalità l’avanzo di amministrazione libero.
Occorre poi rammentare che le spese urgenti e improrogabili dettate dall’emergenza sanitaria in atto, non sono suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi. Sono poi impegnabili durante l’esercizio provvisorio le eventuali spese correlate riguardanti le partite di giro, lavori pubblici di somma urgenza o altri interventi di somma urgenza e possibili le variazioni di bilancio compensative tra macroaggregati e tra capitoli.
In questo periodo è inoltre ammesso l’utilizzo del fondo di riserva e il ricorso all’anticipazione di tesoreria il cui limite massimo, fino al 2022, è elevato ai 5/12 delle entrate correnti accertate nel penultimo rendiconto approvato (ma si parla di ulteriori ampliamenti). È poi possibile applicare l’avanzo presunto vincolato o accantonato, ed effettuare le variazioni del fondo pluriennale vincolato e quelle necessarie alla reimputazione agli esercizi in cui sono esigibili di obbligazioni riguardanti entrate vincolate già assunte, e delle spese correlate.

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