03/04/2020 – Coronavirus – Da Funzione pubblica stop al rischio «fuga» dei dipendenti Pa

Coronavirus – Da Funzione pubblica stop al rischio «fuga» dei dipendenti Pa
di Gianni Trovati
 
Lo smaltimento delle vecchie ferie può essere imposto ai dipendenti pubblici quando «non ci siano le condizioni» per lo Smart Working. Ma dal canto loro i dipendenti pubblici non possono considerarsi «automaticamente autorizzati a non presentarsi al lavoro» quando il loro ente non ha fissato l’elenco delle attività «indifferibili», cioè quelle da garantire anche nell’emergenza.
Il blocco imposto dall’emergenza sanitaria anche alla vita quotidiana della Pubblica amministrazione sta generando parecchio caos negli uffici pubblici, inevitabilmente impreparati al lavoro agile di massa sia dal punto di vista tecnologico sia da quello culturale, come mostrano le resistenze dirigenziali segnalate da più parti all’individuazione puntuale delle attività da svolgere in presenza e le difficoltà organizzative di molti dipendenti. Per provare a mettere ordine la Funione pubblica interviene allora con una circolarea tutto campo, la 2/2020, che tenta di rinforzare i principi base per la Pa in emergenza: lavoro agile come regola, presenza fisica quando necessaria, e ferie, permessi e congedi extra, nel ventaglio ampio messo a disposizione dal decreto Marzo, da utilizzare quando è necessario e non quando si vuole scappare dalle griglie organizzative. Griglie che come ricorda la circolare firmata dalla ministra della Pa Fabiana Dadone riguardano sia i dirigenti sia i dipendenti. Primo punto: il decreto Marzo prevede la possibilità di esonerare i dipendenti dal servizio, equoiparando a tutti gli effetti il periodo di esenzione alla presenza in servizio. Ma questo strumento va usato con misura, «come extrema ratio e in casi puntuali», sulla base di una valutazione che il dirigente deve condurre tenendo conto delle esigenze di servizio. Non può insomma trasformarsi in una via di fuga di massa dalle responsabilità dirigenziali e dagli obblighi dei dipendenti.
I dirigenti devono insomma prima di tutto individuare le attività essenziali da svolgere in presenza, le uniche che possono derogare alla regola generale del lavoro a distanza. In quest’ottica, ferie pregresse, congedi, turnazioni e in generale gli altri strumenti alternativi alla presenza fisica vanno modulati per far funzionare al meglio lo Smart Working, e non per cancellarlo nei fatti.
Con la circolare Palazzo Vidoni coglie poi l’occasione per dare una serie di chiarimenti operativi importanti per ampie fasce di dipendenti pubblici. Anche a loro, per esempio, si rivolge la norma che equipara alla presenza in servizio le assenze di disabili gravi e persone immunodepresse o sottoposte a terapie salvavita, anche se il titolo dell’articolo (il 26 del Dl 18/2020) fa riferimento solo al settore privato.
I 12 giorni aggiuntivi di permessi entro aprile per assistere famigliari disabili (legge 104) seguono le regole ordinarie, per cui aumentano in base al numero dei famigliari da assistere. Ma il meccanismo, sostiene la circolare, deve essere «compatibile con le esigenze organizzative della Pa», con un limite difficile da gestire in relazione a un diritto.
Oltre alla circolare, ieri la Funzione pubblica ha diffuso un altro chiarimento: il diritto di accesso generalizzato (Foia) è sospeso “solo” fino al 15 aprile, e non fino al 31 maggio.

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