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Comuni, emergenza segretari – Ne restano 3.500. Ma slittano ancora le prove di concorso – Sindacati in allarme per il rinvio delle preselezioni. Castelli (Mef): presto una soluzione 

di Luigi Oliveri e Francesco Cerisano
Allargamento del turnover nel pubblico impiego ma non per i segretari comunali. Nonostante i molti proclami sulle misure per garantire all’amministrazione pubblica la copertura delle circa 450 mila vacanze di organico che si aprono a partire dal secondo semestre del 2019 e fino al 2021, i tempi per colmare i vuoti non sono adeguati.
La velocità con la quale i lavoratori pubblici vanno in pensione, anche grazie all’accelerazione data da «quota 100» sono di molto superiori ai «tempi di reazione» della pubblica amministrazione. Anche a causa delle convulse norme di regolazione del turnover, modificate almeno tre volte a partire dalla legge 145/2018, per finire con l’articolo 33 del dl 34/2019, convertito in legge 58/2019, per altro ancora in attesa del necessario decreto attuativo. E nessuno sa che fine abbia fatto il decreto per la centralizzazione dei concorsi pubblici. Non sfugge a questa repentina perdita di professionalità la categoria dei segretari comunali: dovrebbero essere in numero sufficiente per garantire la quasi totale copertura degli oltre 8.200 comuni, province e città metropolitane. Ma, sono ormai anni che il reclutamento dei segretari segna il passo. Ne sono rimasti in servizio circa 3.500, un numero da troppo tempo già largamente insufficiente. La repentina accelerazione dei pensionamenti sta ormai rendendo insostenibile la situazione negli enti locali: vi sono province nelle quali la copertura delle sedi di segreteria richiedere convenzioni tra non meno di cinque enti. Il tutto, ovviamente, all’insegna dell’emergenza e a scapito dell’efficienza. Come se non bastasse, sulla Gazzetta Ufficiale n. 58 del 23 luglio (4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami) è stato pubblicato l’ennesimo rinvio (il secondo) della prova preselettiva del concorso pubblico, per esami, per l’ammissione al Coa6, il sesto corso-concorso selettivo di formazione per l’abilitazione ai fini dell’iscrizione di segretari comunali nella fascia iniziale dell’Albo. Sono già passati 15 mesi dall’autorizzazione a bandire il concorso (dpcm del 24 aprile 2018), ma della fissazione della data della prova preselettiva non si vede nemmeno l’ombra. Il rinvio è stato definito «sconcertante» dall’Unione nazionale segretari comunali e provinciali (Unscp) che in una nota diffusa ieri ha stigmatizzato l’ennesimo slittamento che fa seguito allo stallo in cui versano le proposte di emendamento presentate per rimediare alla carenza di segretari attraverso incentivi alle assunzioni da realizzare grazie a concorsi più veloci e più omogenei a quelli previsti per la dirigenza. «Su queste proposte di modifica fino a oggi si è registrata una opposizione del ministero dell’Interno di cui fatichiamo a comprendere le ragioni», scrive l’Unscp che ha chiesto un confronto immediato con il Viminale.
Il rinvio delle preselezioni allunga i tempi per l’immissione di nuovi segretari comunali, che avrebbe consentito non certo di rimediare alla gravissima carenza già in atto, ma almeno di tamponare i pensionamenti più immediati. E si ha come l’impressione che l’abolizione della categoria dei segretari comunali, prevista dal fallito tentativo di riforma della dirigenza del governo Renzi, venga perseguita non tanto in via formale mediante previsioni normative, quanto in via di fatto. Come evidenzia il sindacato Fedir in una nota rivolta al sottosegretario agli affari interni e territoriali, Carlo Sibilia, sembra che vi sia l’interesse a incrementare quanto più possibile le sedi vacanti, in modo da creare le condizioni per aprire l’Albo e attribuire le funzioni del segretario comunale ad altri dipendenti, prescindendo dalla rigorosissima selezione concorsuale, con un occhio molto attento alla possibilità per i sindaci di scegliersi persone di fiducia, in palese contraddizione con i compiti dei segretari comunali, che per quanto strettamente connessi alla leale collaborazione con gli organi di governo, debbono caratterizzarsi per terzietà, date le molte funzioni di controllo e garanzia cui debbono adempiere. Il sindacato ha invitato i segretari a rinunciare subito ad ogni incarico scavalco, in modo da indurre ad un’accelerazione sulle assunzioni o a far venire allo scoperto un eventuale disegno di abolizione «per consunzione» della categoria.
A tranquillizzare i segretari e i loro sindacati è subito intervenuta la viceministra all’economia Laura Castelli che ha annunciato un prossimo intervento normativo per risolvere il problema. «Siamo consapevoli della grave carenza di segretari comunali, soprattutto nei piccoli comuni; su questo abbiamo lavorato per predisporre una norma che verrà inserita nel primo provvedimento utile». «Sono già sul tavolo alcune ipotesi che trovano anche il consenso degli interessati, e su cui in ogni modo si può lavorare per condividerle fra tutti gli attori istituzionali, come una procedura di immissione accelerata per il COA 7, l’ampliamento e la rimodulazione delle fasce demografiche inerenti le fasce C e B dei segretari comunali ed una rivisitazione delle modalità di convenzione tra i comuni per le sedi di segreteria convenzionata.

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