05/07/2019 – Fondo salario accessorio, parametri non retroattivi

Fondo salario accessorio, parametri non retroattivi  

di MATTEO BARBERO – Italia Oggi  04 Luglio 2019
I nuovi parametri per la quantificazione del fondo del salario accessorio dei comuni previsti dal decreto crescita non sono retroattivi. È quanto afferma l’ Anci nella sua nota di lettura al dl 34/2019 diffusa ieri. Il documento si sofferma sulle principali novità per i municipi contenuti nel provvedimento appena convertito dal Parlamento. Fra queste, spicca senza dubbio quella in materia di limiti alla spesa di personale.
In particolare l’ art. 33, comma 2, dispone che, a decorrere dalla data che verrà stabilita, i comuni possano effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato, nel limite di una spesa complessiva non superiore al valore soglia, definito come percentuale, anche differenziata per fascia demografica, delle entrate relative ai primi tre titoli risultanti dal rendiconto dell’ anno precedente a quello in cui viene prevista l’ assunzione, considerate al netto di quelle la cui destinazione è vincolata e al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità stanziato in bilancio di previsione. La norma impone, inoltre, di adeguare, in aumento o in diminuzione, le risorse del fondo per la contrattazione decentrata e quelle destinate a remunerare gli incarichi di posizione organizzativa, al fine di garantirne l’ invarianza del valore medio procapite.
Mentre è chiaro che le nuove regole assunzionali scatteranno dall’ emanazione (che dovrebbe avvenire entro 60 giorni) del prescritto dm attuativo (chiamato a fissare i valori soglia), alcuni commentatori ritengono che la nuova disciplina del fondo sia immediatamente operativa. Il che comporterebbe grossi problemi per la contrattazione 2019, a causa dell’ incerta portata del parametro del valore medio pro-capite.
La nota Anci considera invece l’ intero comma 2 non immediatamente applicabile, rimettendo quindi al decreto attuativo anche la regolazione dei rapporti intertemporali e la risoluzione delle tante criticità che si pongono su questo e su altri piani. L’ Anci chiede anche di salvaguardare i piani dei fabbisogni già approvati dei comuni. Non è infatti pensabile obbligare tutti gli enti a rivedere i propri piani dei fabbisogni, bloccando le procedure avviate. Occorre anche tener conto che il triennio 2019-2021 è interessato dall’ applicazione dell’ accesso al pensionamento anticipato con quota 100, che avrà un impatto sensibile sugli uffici già a partire da agosto 2019.

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