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Negli appalti con la Pa e-fattura in formato standard europeo

di Alessandro Mastromatteo e Benedetto Santacroce

Standard unico europeo per le fatture elettroniche emesse nei confronti delle amministrazioni pubbliche, con impatti anche sull’attuale gestione nazionale effettuata attraverso il Sistema di interscambio: con la pubblicazione del decreto legislativo 148 del 2018 (Gazzetta ufficiale 14 del 17 gennaio 2019), è stata così recepita la direttiva 2014/55/Ue, introducendo nella legislazione nazionale l’obbligo per le amministrazioni di ricevere ed elaborare le fatture elettroniche emesse a seguito dell’esecuzione di contratti pubblici di appalto.

Le fatture devono essere conformi allo standard europeo, consistente in un modello semantico cosiddetto «core invoice», il quale viene rappresentato attraverso l’utilizzo di due sintassi alternative, e cioè la «Cross industry invoice» Xml dell’Unicefact (Cii) e la Universal business language – Ubl (ISO/IEG 19845:2015). Le pubbliche amministrazioni italiane, già attrezzate per la gestione delle fatture elettroniche conformi al formato nazionale FatturaPa, dovranno perciò essere in grado di gestire anche le fatture nei formati europei.

Saranno per questo definite regole tecniche, con provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate, per integrare le modalità operative ad oggi utilizzate. Al riguardo la relazione tecnica al decreto fornisce importanti indicazioni, precisando come sarà lo Sdi, che continuerà a ricevere tutte le fatture dirette alla pubblica amministrazione, a tradurre le fatture prodotte in formato europeo inoltrandole in Xml alle amministrazioni destinatarie, assieme alla fattura originale.

Destinatarie dell’obbligo di accettare le fatture conformi al formato europeo sono tutte le amministrazioni e gli enti aggiudicatori di contratti pubblici di appalto e di concessione per l’acquisizione di servizi, forniture, lavori e opere e di concorsi pubblici di progettazione, nonché le amministrazioni pubbliche e gli enti ed i soggetti indicati come tali a fini statistici nell’elenco oggetto del comunicato dell’Istat. L’obbligo non riguarda invece, dal punto di vista oggettivo, le fatture elettroniche emesse in relazione all’esecuzione di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture nei settori della difesa e sicurezza, quando l’aggiudicazione e l’esecuzione del contratto sono state dichiarate segrete o devono essere accompagnate da speciali misure di sicurezza. L’obbligo decorrerà dal 18 aprile 2019 per amministrazioni aggiudicatrici ed enti aggiudicatori come individuati dall’articolo 3, comma 1 lettere a) ed e) del Codice degli appalti pubblici.

Solamente nei confronti delle amministrazioni cosiddette «sub-centrali», e quindi per quelle che non sono autorità governative centrali, l’obbligo decorrerà dal 18 aprile 2020. Come indicato nella relazione illustrativa al decreto, occorre fare riferimento non solo all’elencazione di cui al Codice appalti, ma anche ai soggetti indicati nell’elenco pubblicato annualmente dall’Istat quali amministrazioni che, partecipando agli obiettivi di finanza pubblica, sono destinatarie di fatture elettroniche.

Quanto alle modalità di trasmissione, mentre per le fatture elettroniche emesse nei confronti di amministrazioni pubbliche nazionali si potrà continuare ad utilizzare il tracciato Xml-Pa, in ragione dell’indicata modalità di traduzione che dovrebbe essere resa disponibile, facendo transitare comunque le fatture attraverso il Sistema di interscambio, i documenti emessi verso enti pubblici europei dovranno essere strutturati in formato Cii e Ubl. L’adozione di tracciati unitari quali il Cii e l’Ubl dovrebbe essere percepita dalle imprese come un’opportunità da studiare e da sfruttare soprattutto per le operazioni cross-border in luogo o accanto all’Xml nazionale.

A livello nazionale vorrebbe poter dire gestire gli altri dati, diversi da quelli fiscali, in maniera uniforme per tutti i clienti e fornitori, a differenza di quanto sta accadendo ora, dove la libertà lasciata dall’agenzia delle Entrate nella compilazione dei dati non fiscali del tracciato Xml sta moltiplicando le personalizzazioni richieste, facendo perdere a volte quella semplificazione, vero obiettivo, accanto al contrasto all’evasione, dell’introduzione obbligatoria della fattura elettronica. A livello europeo vorrebbe dire poter utilizzare un unico tracciato comune, in cui le informazioni di fatturazione e quelle utili alla gestione del ciclo attivo e passivo sono rappresentate in maniera identica per tutti i clienti e fornitori a prescindere da dove gli stessi operano.

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