a proposito di Adro

 

Un articolo di Massimo Tedeschi, caporedattore della redazione bresciana del Corriere della Sera.

 

L’Illusione di Essere al di Sopra delle Leggi

L’arresto di Oscar Lancini, la natura degli addebiti al «sindaco sceriffo» di Adro, le intercettazioni e i riscontri che supportano le accuse degli investigatori contro il primo cittadino leghista descrivono un sistema di potere disinvolto, spregiudicato, a tratti sfrontato. La giustizia, con i suoi tempi e attraverso i suoi diversi gradi di giudizio, dirà se tutto ciò merita una sanzione penale. Non vale la pena affrettarsi ad emettere sentenze: in provincia di Brescia è ancora fresco il ricordo della vicenda del sindaco leghista di Montichiari (altra roccaforte del Carroccio) arrestata con l’ignominiosa accusa di tentata estorsione ai danni di un’azienda e poi scarcerata dal Tribunale del riesame.

Ma la personalità di Lancini è troppo esuberante, le sue battaglie sono state troppo clamorose per non assegnare al suo arresto il valore di una svolta: il tramonto – né glorioso, né dorato – di un certo modo di interpretare il mandato degli elettori. Con Oscar Lancini finisce nella polvere la stagione del «padroni a casa nostra», dei sindaci che hanno affrontato le leggi come un impaccio, le regole come un freno al mandato popolare, i regolamenti come un ostacolo da aggirare «per il bene del paese».

Un atteggiamento proprietario verso la cosa pubblica che ha finito per dividere le comunità fra buoni e cattivi,gli imprenditori fra amici e nemici, i cittadini fra alleati e avversari. Con le sue uscite estremiste e un po’ naïf – mai rinnegate e tantomeno censurate dalla Lega – Lancini ha portato alle estreme conseguenze i guai di una stagione che ha illuso i sindaci di essere al di là e al di sopra delle leggi, tanto più quando si sono trovati investiti da un mandato elettorale plebiscitario (quattro anni fa il 61 per cento dei cittadini di Adro ha votato Lancini).

Ad alimentare questa ubriacatura ha contribuito il venir meno di qualsiasi rete di protezione: aboliti i comitati di controllo, sparita la terzietà dei segretari comunali, spuntate le armi delle prefetture, ad arginare i sindaci «padroni a casa loro» sono rimaste solo la Corte dei conti e le Procure. Guarda caso sono loro i «nemici» in cui è incappata la parabola (discendente) di Oscar Lancini da Adro.

09 novembre 2013

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